Ancora si muore di parto, 2 giovani mamme morte a distanza di pochi giorni Stampa

21 ottobre 2015 - Morire di parto oggi nel 2015 può sembrare obsoleto ed anacronistico, ma purtroppo è realtà. In soli due giorni due giovani mamme sono morte dopo aver messo alla luce i loro figli.
La notizia è di poche ore fa: una donna di 26 anni, di origini brasiliane, è morta durante il parto all'ospedale Agnelli di Pinerolo, nel Torinese. Alla quarantesima settimana di gestazione era entrata nell’ospedale San Giovanni di Dio, insieme al marito. Era una visita già programmata. Tutti erano tranquilli, medici compresi. Per complicazioni durante il travaglio, è stata sottoposta a un taglio cesareo d'urgenza. La bambina, appena nata, è stata trasportata subito all'ospedale Santa Croce di Cuneo a causa di una grave crisi respiratoria. Le condizioni della donna nel frattempo si aggravavano. Veniva quindi trasferita nel reparto di rianimazione dove poi è morta. La coppia aveva anche un altro figlio.
Solo quattro giorni fa stessa situazione, ma questa volta a Ragusa: una donna di 23 anni, di origini rumene, stava dando alla luce il suo secondo figlio quando qualcosa di non ancora precisato è andato storto. Dopo essere entrata in sala parto per un cesareo d'urgenza, durante la notte, riusciva a partorire il bimbo che veniva però trasferito subito in terapia intensiva per insufficenza respiratoria. Visto l'aggravarsi della situazione, il marito decideva di entrare in sala parto dalla moglie, ma, colto da malore in seguito alla vista del sangue, sveniva. Dopo circa 2 ore, come nei peggiori degli incubi, gli comunicavano il decesso della moglie. La coppia aveva un bimbo di tre anni.
Le famiglie di entrambe le povere mamme hanno, ovviamente, sporto denuncia al locale commissariato, la procura ha aperto un'inchiesta e l'Asp, contestualmente, un'istruttoria. Ma saranno le risultanze dell’autopsia a far luce sulla morte delle giovani mamme.

La morte per parto è un evento raro, inaccettabile, specialmente oggi, dopo gli straordinari progressi compiuti in medicina. Purtroppo in questi due anni in Italia sono morte 42 donne, la maggior parte delle quali a causa di complicanze della gravidanza e del parto. E forse potrebbero essercene di più. Poche o molte: questo non lo sappiamo. Perché il progetto pilota di sorveglianza della mortalità materna, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (iss), ha coinvolto solo 6 regioni (Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania e Sicilia). In particolare, la sorveglianza attiva, messa in piedi da due anni dal Centro Nazionale di Sorveglianza e Promozione della Salute dell’Iss, grazie a un finanziamento del Centro Controllo Malattie (CCM) del Ministero della Salute, ha creato una rete di circa trecento presidi sanitari pubblici e privati, che coprono solo il 49% dei nati nel Paese. Ora l’Iss punta ad allargare la rete dei presidi sanitari monitorati. Entro quest’anno si prevede l’ingresso di altre due Regioni, la Lombardia e la Puglia, in modo da arrivare a una copertura pari al 75% dei nati in Italia.  Intanto, però, si continua a morire di parto.
Immaginiamo le due giovani mamme col pancione mentre sistemano con cura in un cassetto il corredino del piccolo in arrivo. Le immaginiamo mentre raccontano agli altri figli dell'arrivo del fratellino e di come bisognerà festeggiare. Le immaginiamo preparare la borsa per l'ospedale ed accarezzare il vestitino che metteranno al piccolo appena nato.
Ed ora invece parliamo di commissioni d’inchiesta, indagini e verifiche che forse serviranno a far luce su eventuali responsabilità, chissà!
Ma il punto è che per l'ennesima volta e alle soglie del 2016 una culletta verrà portata a casa senza che nessuno riesca a festeggiare la nascita perché si piange una morte. Ed ogni compleanno di quei bambini coinciderà con il ricordo di grave lutto. E davanti a queste tragedie, ti guardi intorno e provi un certo senso di imbarazzo per l’attività quotidiana di certi medici e certi amministratori. Impegnati spesso a farsi dispetti e sgambetti per assicurarsi un posto migliore sulla scala della notorietà e passare il tempo ad assicurarsi il proprio futuro.
Oggi, però, l'ennesima mamma il proprio futuro non ce l’ha più e l'ennesimo bimbo rimane orfano dopo solo pochi minuti dalla nascita. Un bimbo che spesso traumatizzato viene ricoverato d'urgenza in terapia intensiva accompagnato da un papà ancora troppo sconvolto per la morte della propria compagna. Di loro nessuno saprà più niente, delle loro tristi giornate nessuno più scriverà. Ma questo è un altro problema!

Elena Pompei -   Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.