Cresce l'obesità infantile nelle Marche Stampa

bambino-obesoANCONA 28/9/2010 - Dall'indagine ministeriale "Occhio alla salute" emerge che nelle Marche il 10% dei bambini che frequentano le scuole elementari sono obesi ed il 23% sono in sovrappeso

E' in preoccupante crescita nelle Marche l'obesità infantile. Lo conferma l’indagine ministeriale “Occhio alla salute”, a cui ha partecipato la Regione, condotta nelle scuole elementari. Un'indagine secondo la quale  il 10%  dei bambini marchiagiani risultano obesi ed il 23% sono in sovrappeso. Un dato che preoccupa e che pone le Marche tra le regioni italiani dove il problema è più sentito, visto che secondo i dati Istat in Italia la percentuale di bambini sovrappeso è inferiore al 20%.  Diverse sono le cause che portano all'obesità infantile. Naturalmente al primo posto c'è un'eccessiva o cattiva alimentazione, legata anche ad una ridotta attività fisica. Il problema è che solitamente i genitori si preoccupano quando il bambino mangia poco, raramente quando mangia troppo. E se è vero che una dieta insufficiente può portare a deficit di vario tipo di contro un introito calorico eccessivo determina dapprima un soprappeso del bambino e, poi, una manifesta obesità. Oltre a mangiare troppo, spesso il bambino mangia in maniera sregolata e male, in particolare merendine e snack fuori pasto, costruiti da prodotti industriali ricchi di calorie e grassi nascosti. Da evitare anche le bevande gassate eccessivamente zuccherine.

 Oltre all'alimentazione scorretta e squilibrata non bisogna sottovalutare come fattore di rischio la ridotta attività fisica o la sedentarietà, frutto di uno stile di vita sbagliato ma sempre più frequente. I piccoli, infatti, sono spesso accompagnati in macchina dai genitori anche se la scuola o la palestra distano pochi metri da casa, passano ore e ore davanti al computer e alla televisione, uscendo di casa sempre meno. Invece l'esercizio fisico è fondamentale per il bambino che cresce in quanto, oltre a farlo dimagrire, lo rende più attivo, contribuendo a ridistribuire le proporzioni tra massa magra e massa grassa. Naturalmente l'esempio della famiglia è fondamentale, non si può certo parlare di educazione alimentare se i genitori non iniziano per primi a seguire una dieta equilibrata, così come non si può certo sperare in una costante attività fisica del bambino se i genitori conducono una vita totalmente sedentaria. Meno determinanti risultano, invece, i fattori di tipo genetico-familiare.

Quanto alle conseguenze dell'obesità infantile si dividono in conseguenze precoci (che si manifestano subito) e conseguenze tardive (che si manifestano in età adulta). Tra le prime le più frequenti sono rappresentate da problemi di tipo respiratorio (affaticabilità, apnea notturna), di tipo articolare dovute al carico meccanico (valgismo degli arti inferiori, dolori articolari, mobilità ridotta, piedi piatti) disturbi dell'apparato digerente ed anche di carattere psicologico. I bambini grassottelli, infatti, possono sentirsi a disagio e vergognarsi fino ad arrivare ad un vero rifiuto del proprio aspetto fisico. Per quanto riguarda le conseguenze tardive occorre sottolineare che che l'obesità infantile rappresenta un fattore predittivo di obesità nell'età adulta.

 Oltre ad avere una maggiore predisposizione all'obesità, la persona che è stata cicciottella da piccola, risulta maggiormente esposta a determinate patologie, soprattutto di natura cardiocircolatoria (ipertensione arteriosa, coronaropatie), muscolo-scheletrica (insorgenza precoce di artrosi dovuta all'aumento delle sollecitazioni statico-dinamiche sulle articolazioni della colonna e degli arti inferiori, più soggette al carico), conseguenze di tipo metabolico (diabete mellito, ipercolesterolemia ecc), disturbi alimentari, fino allo sviluppo di tumori del tratto gastroenterico. Da non sottovalutare le conseguenze di tipo psicologico, che possono trascinarsi ed amplificarsi negli anni. Il disturbo può arrivare a stravolgere la vita del soggetto e i suoi rapporti sociali: si comincia col rifiutare gli inviti degli amici fino a chiudersi in se stessi, vittime del proprio problema, che sembra senza via di uscita.

 

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