Terremoto bilancio di una tragedia annunciata Stampa

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Terminata la prima emergenza, effettuati gran parte dei controlli di edifici e scuole ed entrato nella fase finale anche lo smantellamento delle tendopoli, è tempo di bilanci. E di numeri. Numeri tragici che danno la reale drammaticità di uno degli eventi sismici più devastanti avvenuti nelle Marche.

 

Per quanto riguarda le vittime il “bollettino di guerra” registra complessivamente 297 morti, 50 dei quali deceduti nelle Marche.

Se impressiona il numero delle vittime, sconcerta quello delle persone bisognose di assistenza. Secondo i dati diffusi dalla Protezione civile, sono in totale 1459 le persone alloggiate nelle Marche (in Umbria 660, in Abruzzo 274).

Persone assistite nei campi e nelle strutture allestite sul territorio o presso gli alberghi, in particolare quelli di San Benedetto, dove sono ospitate 260 persone di Accumoli.

Solo nelle Marche le tende allestite in totale dalla Protezione civile sono state 324 ed hanno impegnato 363 volontari. Restando nelle tendopoli rilevante è anche il numero dei pasti somministrati: oltre tremila.

Per quanto riguarda le richieste di controlli e sopralluoghi rivolte dai cittadini ai Comuni sono state 27.825. Di queste la Protezione civile ne ha soddisfatte oltre tremila. Le scuole controllate nelle Marche sono state, invece, 459 e di queste 18 sono risultate inagibili.

Ed ora veniamo ai costi. Secondo quanto affermato dal premier Renzi i danni ammonterebbero a quattro miliardi di euro. Ma si tratterebbe, comunque, di una cifra in difetto. Sette è, invece, il numero dei mesi necessari per realizzare i moduli abitativi, le casette, per le persone alle quali il terremoto ha distrutto completamente la casa o la resa inagibile.

Ma come avverrà la ricostruzione? Quella vera, quella che dovrebbe far tornare a vivere i centri devastati?

Secondo quanto dichiarato dal commissario Vasco Errani, la ricostruzione dovrà avvenire rispettando le comunità ed i luoghi e riattivando economia e lavoro.

Il decreto che dovrebbe essere approvato entro la prima settimana di ottobre servirà a riconoscere i danni del terremoto in modo definitivo evitando, così, di dover quantificare ogni anno le somme per il risarcimento delle popolazioni colpite.

Questo servirà anche come volano per l’economia locale visto che per la ricostruzione saranno privilegiate le imprese locali, ma tutte dovranno essere iscritte a liste di merito.

E ci sarà un controllo accurato per evitare infiltrazioni mafiose e per garantire la massima trasparenza e legalità.

A tal fine ci sarà un’unica stazione di committenza per edifici pubblici.

E sarà proprio questo il punto cardine per iniziare a tutelare seriamente quelle popolazioni che vivono in zone particolarmente esposte al rischio sismico.

Zone in cui sono frequenti interventi di riqualificazione edilizia che, spesso, vengono effettuati senza rispettare le norme ed utilizzando materiali scadenti che consentono di ottenere sostanziosi benefici economici ad imprenditori senza scrupoli. Ma che trasformano case, scuole, alberghi e ospedali, in trappole mortali in caso di terremoti.

 

Silvestro Pompei - Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.