"Amori" criminali, viaggio nell'inferno delle donne violentate nelle cinque province marchigiane Stampa

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25.7.2016 - Ogni anno nelle Marche, oltre 400 donne chiedono aiuto ai Centri Anti Violenza (CAV). Ma si tratta della punta di un iceberg di oltre 6 milioni di donne che, secondo l’Istat, hanno subito, nella vita, violenze sessuali, aggressioni, umiliazioni. Per ogni provincia marchigiana le vittime, i carnefici, gli orrori

Tutti i giorni nelle Marche quasi due donne, in media, si rivolgono ad uno dei Centri Anti Violenza (CAV) presenti nel territorio regionale. Dalle ultime rilevazioni dell’Agenzia Regionale Sanitaria (ARS) Osservatorio Regionale Politiche Sociali, risulta, infatti, che ben 422 donne nel corso dell’anno hanno chiesto aiuto ai CAV marchigiani. Ma si tratta della punta di un iceberg fatto di migliaia e migliaia di donne che subiscono violenze in silenzio per paura, vergogna, ignoranza.

Basti pensare che secondo l’ultimo sondaggio dell’Istat in Italia sono 6 milioni 788 mila le donne che hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. E di queste il 10,6% ha subìto violenze sessuali prima dei 16 anni, mentre il 65,2% ha subito violenze davanti ai figli. Dati allarmanti che rendono la violenza sulle donne una vera e propria piaga sociale.

Ma quali sono nelle Marche le province con il maggior numero di donne soccorse? Limitatamente alle donne che hanno avuto il coraggio di rivolgersi ai CAV emerge che con 143 casi la provincia di Ancona è quella con il maggior numero di vittime, seguono quella di Pesaro e Urbino con 115 casi, quella di Macerata con 57 casi, quella di Fermo con 55 casi e quella di Ascoli con 52 casi.

I tipi di violenze subite ed il modo di chiedere aiuto da parte delle donne. Tra tutte le tipologie di violenza segnalate (per un totale di 895), prevalgono la violenza “psicologica” (37%), “fisica” (31%), “economica” (13%), “stalking” (8%) e “violenza sessuale” (7%) il resto rientra in “altri tipi di violenza”. E se si confronta il numero di violenze subite sul totale dei contatti, si osserva che ciascuna donna, mediamente, denuncia 2,18 tipi di violenza. Ciò dimostra come siano gravi, multiproblematiche e aggravate nel tempo, le situazioni delle donne che si rivolgono ai CAV e, quindi, quanto sia impegnativo per i centri antiviolenza affrontare questi vissuti personali così critici. Per quanto riguarda le modalità con cui le donne si rivolgono a ai centri antiviolenza sono in prevalenza “telefoniche” (80%) proprio perché garantiscono l’anonimato e, quindi, evitano il rischio di essere individuate.

Violenze anche nei confronti dei figli delle vittime. Violenza nella violenza, in 300 casi le donne hanno riferito che i figli hanno assistito o subito la violenza (assistito 154 minori e 66 maggiorenni - subito 38 minori e 22 maggiorenni). Nei casi non indicati (43%) le donne non hanno figli. 

Ma quali sono le donne maltrattate che hanno il coraggio di rivolgersi ai centri antiviolenza regionali e dove risiedono?

 Si tratta, in prevalenza, di donne tra i 34 e i 53 anni, coniugate (47%), italiane (68%) con figli (68%), diploma superiore (26%), occupazione stabile (27%). Le classi di età più numerose sono quelle a cavallo della nascita nel 1970 (“1961-1970” - 101 casi; “1971-1980” - 107 casi). A livello provinciale, prevalgono per le province di Ancona e Ascoli la classe “1961-1970” (rispettivamente 29% e 31%), per le province di Macerata e Pesaro Urbino la classe “1971-1980” (rispettivamente 33% e 21%) mentre per la provincia di Fermo le due fasce di età minori (1971- 1980 e 1981-1990) arrivano ognuna al 27%. Riguardo la nazionalità delle donne che si rivolgono ai CAV prevale quella italiana in particolar modo in provincia di Ascoli (81%). Mentre le straniere provengono prevalentemente da Romania (19), Albania, Marocco (16), Polonia (10).

La situazione di una donna maltrattata inserita in un contesto familiare, in qualità di coniugata, separata, convivente, risulta comune ed è un elemento chiave dell’analisi del fenomeno visto che evidenzia come la violenza domestica intrafamiliare sia la forma più comune anche nelle Marche. Per quanto riguarda l’istruzione prevale il diploma di scuola superiore (26%) seguito dalla licenza media (14%) e dalla laurea (12%). Il dato regionale di prevalenza (diploma superiore) è confermato per tutte le province (range 13% provincia di Pesaro - 51% prov. Fermo). Solo nella provincia di Ancona il numero delle laureate (13%) si avvicina a quello delle diplomate.

Ma chi sono gli aguzzini e dove vivono? Sono, in prevalenza, uomini tra 34 e 53 anni (35%), italiani (65%), diplomati (18%), con lavoro stabile (41%) e residenti nelle stesse zone delle loro vittime (85%). Dunque non è più vero che un’istruzione maggiore rappresenti un freno, mentre è giustificato il timore delle vittime di incontrare i loro aguzzini visto che vivono nelle stesse zone.

Per quanto riguarda l’età gli over-64 anni sono presenti soprattutto nella provincia di Ascoli (10%), mentre i più giovani, gli under 33, si trovano in maggioranza nella provincia di Ancona (16%). Detto che gli aguzzini nelle Marche sono in prevalenza italiani, non mancano gli stranieri (23%, quasi 1 su 4): marocchini (22) albanesi (13) romeni e tunisini (7).

Nella maggioranza dei casi l’autore della violenza è il marito (39%), il convivente (11%), l’ex marito” (10%). Dunque il contesto abitativo familiare, che dovrebbe essere luogo di riferimento, relazione e sostegno, diviene, invece, sede di violenza e prevaricazione visto che il maltrattante spesso appartiene alla sfera di vita e di relazione della donna.

Abbastanza presente risulta la figura degli “ex”, che continuano a molestare la donna nonostante la chiusura del rapporto (23%). A livello provinciale, il marito maltrattante in tutte le cinque province risulta la figura prevalente. Mentre nel 5% dei casi gli aguzzini sono  l’amico, vicino di casa, conoscente, collega Analogamente all’analisi della condizione di salute della donna oggetto di violenza, anche per il maltrattante si è andato ad esaminare la presenza di psicopatologie o dipendenze: in oltre la metà dei casi il dato non viene rilevato e tra i casi indicati prevale con il 13% assenza di psicopatologie conclamate o dipendenze (58) e a seguire dipendenza da alcol (12%, 56 casi). A livello provinciale, nella provincia di Ancona prevale la dipendenza da alcol (12%), in quella di Ascoli la sofferenza psichica (18%), in quelle di Fermo, Macerata e Pesaro l'assenza di problematiche (la prima 12%, le altre 23%). 

CENTRI ANTIVIOLENZA NELLE MARCHE

PROVINCIA DI PESARO URBINO - Pesaro - Via Diaz,10 Parla con noi Tel. 0721 639014 E-mail: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. www.eurogiovani.provincia.pu.it www.laprovinciadelledonne.it

PROVINCIA DI ANCONA - Ancona - Via Cialdini 24/A - Associazione Donne e Giustizia Numero verde 800032810 Tel. 071 205376 E-mail: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

PROVINCIA DI MACERATA - Macerata - Piazza V. Veneto 14 (San Giovanni) Tel. 0733 1990133 Centro S.O.S. donna E-mail: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. Profilo Facebook Centro antiviolenza Macerata

PROVINCIA DI FERMO - Porto Sant’Elpidio – c/o Punto Accoglienza Territoriale di Villa Murri - Sant’Elpidio a Mare - c/o PAT, Piazzale Marconi n.14 - Fermo - c/o ATS XIX, Piazzale Azzolino n.18 Numero verde 800215809 E-mail: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

PROVINCIA DI ASCOLI - Ascoli - Consultorio Familiare (stanza 2) - Via Marcello Federici - S. Benedetto del Tronto - Consultorio Familiare - V.le dello Sport, 14 Numero verde 800021314 Tel. 0736 358915 E-mail: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.


Silvestro Pompei - www.laprovinciamarche.it

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