Caccia allo storno, il TAR Marche vieta l’uso dei richiami vivi Stampa
Storno

ANCONA 23.10.2021 - Vittoria completa e definitiva delle associazioni ambientaliste ed animaliste marchigiane sulla caccia in deroga allo storno. Dopo le diffide inviate alla Regione Marche dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Ministero della Transizione Ecologica e dall’ISPRA, è arrivata infatti anche la decisione finale da parte del TAR Marche che, con un’apposita Ordinanza cautelare, accoglie in pieno il ricorso per motivi aggiunti di ENPA, LAC, LAV, LIPU e WWF e vieta l’utilizzo di qualsiasi tipo di richiami vivi per la caccia allo storno.

Come si ricorderà il TAR Marche, nella prima Ordinanza cautelare del settembre scorso, aveva già vietato l’utilizzo dei richiami di plastica e tassidermizzati per il prelievo in deroga dello storno. La Regione Marche ha provato comunque fino all’ultimo a salvare il proprio provvedimento, depositando il giorno prima della Camera di consiglio, in cui il TAR avrebbe poi dovuto decidere, una Delibera di Giunta “nuova di zecca”, che cercava di creare ulteriore confusione, sostituendo alcuni punti dell’allegato alla D.G.R. n. 827 impugnata e dando modo così al suo legale di chiedere il rinvio della decisione da parte del TAR. Ma grazie alla grande abilità e competenza dell’Avvocato Tommaso Rossi, legale delle associazioni ambientaliste, anche questo disperato tentativo della Regione è stato completamente sventato e smantellato. Onore al merito, quindi, all’Avv. Tommaso Rossi, dello Studio Rossi, Copparoni & Partner, perché grazie alla sua bravura, per l’ennesima volta sono state demolite le fragili motivazioni addotte dai legali della Regione Marche e delle associazioni venatorie e si sono creati quindi i presupposti per un radicale cambio di rotta nei prossimi anni in merito alla gestione della fauna selvatica.

Con questa importante vittoria al TAR si chiarisce, una volta per tutte, il concetto di “prelievo in deroga”, ossia un provvedimento di carattere eccezionale, a cui ricorrere solo in assenza di altre soluzioni soddisfacenti e che non può quindi trasformarsi in un mero divertimento con cui abbattere specie protette, peraltro attirandole con i richiami. Si bissano inoltre i successi ottenuti a settembre nel ricorso contro il Calendario venatorio Marche, con l’accoglimento da parte del TAR delle richieste delle associazioni ambientaliste di sospensiva per la caccia alla tortora selvatica ed alla pavoncella, entrambe in forte declino nel nostro Paese e quello ottenuto per il dimezzamento del carniere dell’allodola, anch’essa in forte diminuzione, a causa della caccia indiscriminata.

Dopo questa ennesima batosta subìta dalla Regione Marche in materia di caccia, le associazioni ambientaliste sperano che gli amministratori regionali abbiano imparato la lezione e la smettano una volta per tutte di assecondare le assurde pretese sparatorie dei cacciatori, si attengano invece alle prescrizioni scientifiche dell’ISPRA, ed ascoltino le richieste delle associazioni ambientaliste ed animaliste, che rappresentano le istanze della stragrande maggioranza dei cittadini, favorevoli alla tutela della fauna selvatica, patrimonio di tutta la collettività.

Silvio Silvestri - www.laprovinciamarche.eu

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