Nelle Marche foreste urbane per migliorare l'ossigenazione e ridurre l'anidride carbonica Stampa
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ANCONA 2.2.2021 - Piantare 50 milioni di alberi nei prossimi 5 anni per migliorare del 30% l’assorbimento di co2 e per frenare l’importazione di legno dall’estero. Il progetto di Coldiretti, Fondazione Symbola e Federforeste punta alle aree rurali ma anche a far nascere vere e proprie foreste urbane anche nelle Marche, regione dove la copertura arborea è oltre un terzo della superficie totale.
Secondo una stima di Coldiretti Marche su dati del “Rapporto Boschi e foreste nel Next Generation EU”, ogni anno i boschi marchigiani sottraggono all’atmosfera circa 1,2 milioni di tonnellate di anidride carbonica, .
Le piante – spiega la Coldiretti – possono ridurre le temperature e rimuovere ozono e polveri sottili, queste ultime in gran parte responsabili delle 60mila morti premature che ogni anno avvengono in Italia a causa dell’inquinamento atmosferico. Un contributo dei boschi e delle foreste italiane alla sostenibilità, alla sicurezza e alla bellezza destinato a crescere con la piantumazione nei prossimi 10 anni di più di 200 milioni di alberi come contributo nazionale alla “Strategia europea per la biodiversità 2030”, che prevede di piantare 3 miliardi di alberi nei paesi dell’Unione”.
Mossa che va nel segno della salute ma anche del lavoro. Il settore florovivaistico, infatti, occupa in Italia circa 200 mila persone. E per soddisfare la richiesta di 200 milioni di piante nei prossimi 10 anni serviranno 25 mila nuovi posti di lavoro stabili a cui si aggiungono 4 mila posti per i primi 4 anni legati alle iniziali attività di piantagione e manutenzione (sfalcio, erba e irrigazione). E che hanno competenze e attrezzature per essere fedeli alleate degli enti locali con compiti di manutenzione del territorio: sfalci e potature che possono rappresentare una collaborazione concreta e proficua per tutta la comunità e una ripartenza dell’economia del territorio.
Un futuro che si prospetta di grande attività per il settore che nelle Marche conta circa 100 vivai e che più di tutti hanno risentito della crisi legata al Covid.
Tra cancellazioni di eventi e cerimonie, Coldiretti è dovuta intervenire pure per far riconoscere alle aziende florovivaistiche il diritto a poter lavorare e tenere aperti i propri punti vendita.
Attività che sono state sostenute anche attraverso ristori come l’esonero dal versamento dei contributi e, a livello regionale, contributo fino a un massimo di 20mila euro a seconda della perdita di fatturato.

 

 

Silverio Pomili - www.laprovinciamarche.it

 

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