"Piano caccia della Regione illegittimo", le associazioni ambientaliste ricorrono al Tar Stampa

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ANCONA 3.7.2020 - Le associazioni ambientaliste ed animaliste ENPA, LAC, La Lupus in Fabula, LAV, LIPU - Bird Life e WWF hanno dato mandato all’avvocato Tommaso Rossi del foro di Ancona di redigere e presentare ricorso al TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) contro il Piano Faunistico Venatorio Regionale, approvato dall’assemblea legislativa delle Marche con D.G.R. n. 108 del 18/02/2020.

Lo scorso autunno le stesse associazioni avevano presentato numerose osservazioni e richieste di modifica al Piano faunistico venatorio, che però non erano state prese in considerazione dai funzionari e politici regionali. Da qui la decisione di ricorrere al TAR delle Marche.

Tra le principali motivazioni del ricorso ci sono:

- le violazioni della legge sulla caccia n. 157/92 in merito alla ripartizione del territorio agro-silvo-pastorale in ambiti territoriali di caccia di dimensioni provinciali;

- l’inclusione dei cacciatori tra i soggetti abilitati al controllo della fauna selvatica sul territorio marchigiano;

- la mancata individuazione dei valichi montani interessati dalle rotte migratorie dell’avifauna;

- la mancanza di un piano di gestione delle specie SPEC in declino in Europa, in particolare ove si consente la caccia alle specie moriglione e pavoncella, come peraltro confermato da una recente sentenza del TAR Toscana, che ha dato ragione alle stesse associazioni ambientaliste.

Gli ambientalisti contestano inoltre l’assenza nel Piano di qualsiasi riferimento al divieto di caccia per 10 anni nelle aree interessate da incendi boschivi, come pure la mancata individuazione cartografica dei siti dove sono collocati gli appostamenti fissi di caccia autorizzati.

Inoltre, si contestano anche le mancate individuazioni delle zone di addestramento cani da caccia, nonché dei relativi periodi di addestramento, come pure dei fondi chiusi e dei fondi sottratti alla caccia.

Infine, le associazioni ambientaliste sottolineano anche l’abuso da parte della Regione di provvedimenti di caccia in deroga nei confronti di specie protette come lo storno, la tortora dal collare e il piccione, in assenza di una effettiva necessità, ma solo per soddisfare le richieste di una parte minoritaria del mondo venatorio e la completa assenza nel Piano di misure conservazionistiche per l’orso bruno marsicano.

Il tribunale amministrativo regionale Marche ha fissato l’udienza per il ricorso cautelare il prossimo 22 luglio. (Silvio Silvestri - www.laprovinciamarche.it)

 

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