Anche nelle Marche rischio estinzione per animali e piante Stampa
tartarugheANCONA- L'ultima Red List della IUCN (International Union for Conservation of Nature), il più completo elenco dello stato di rischio delle specie animali e vegetali, rileva ben 16.928 specie a rischio estinzione nel mondo. Tra queste ben 138 sono Italia di cui l'8% del regno delle piante ed il 92% del regno animale. E tra queste ultime ve ne sono alcune che vivono anche nelle Marche: la tartaruga comune, lo storione, la cernia, la razza bavosa,
 Il problema è emerso in seguito alla presentazione di Legambiente del dossier "Biodiversità a rischio" che documenta anche la biodiversità nelle Marche un patrimonio con ottanta siti di importanza comunitaria(sic), ventinove zone di protezione speciale (zps) disposte sul 14,10% della superficie del territorio marchigiano.
Questi sono alcuni numeri delle Marche della biodiversità. Altri ci dicono che nelle Marche si contano 2 parchi nazionali, 4 parchi regionali, 3 riserve naturali statali, 2 riserve naturali regionali, 15 foreste demaniali e oltre 100 aree floristiche e 109 aree natura 2000 (divise tra 80 sic e 29 zps-vedi sopra).
Nel dossier Biodiversità a rischio di Legambiente e Bioversity International, c'è questo ed altro come un'attenta panoramica sullo stato delle specie vegetali, agricole e non, di quelle animali e sui fattori di perdita di varietà delle forme di vita nel mondo, che le due associazioni presentano in occasione della giornata mondiale delle biodiversità che si celebra oggi.
"Fare più conservazione e prestare maggiore attenzione alla biodiversità- hanno detto Luigino Quarchioni e Paolo Perna, rispettivamente Presidente e Responsabile Aree protette di Legambiente Marche- possono essere i mezzi adatti sia a tutelare l'ambiente che ad affrontare la crisi e garantire uno sviluppo ecomico duraturo per la regione"
L'Unione Europea ha annunciato che nel periodo 2009 - 2013 i governi dovranno concentrarsi sul tema dei cambiamenti climatici e del loro impatto sulla biodiversità. E' evidente che per avvicinarsi agli obiettivi del Countdown 2010 è necessario riconfermare e rafforzare l'impegno delle istituzioni europee nei prossimi due anni e anche che siano individuati impegni e vincoli misurabili e concreti.Countdown 2010 è un'alleanza di governi, Ong e settore privato con l'obiettivo di fare intraprendere a tutti i partner le azioni necessarie per fermare la perdita di biodiversità entro il 2010. L'Italia ha aderito formalmente a quest'iniziativa nel 2005.
La FAO stima che, ad oggi, il 75% delle varietà delle colture agrarie siano andate perdute e che i 3/4 quarti dell'alimentazione mondiale dipendano da appena 12 specie vegetali e 5 animali. Se si considera che oltre il 40% della superficie terrestre utile è destinata a uso agricolo, si capisce come la diversità biologica e la sua salvaguardia non possano prescindere dall'agricoltura e dalle produzioni alimentari. L'agricoltura moderna e le nuove tecnologie hanno portato, però, molti agricoltori a utilizzare specie uniformi di piante o animali ad alto rendimento.
La perdita di biodiversità non deve essere fermata per il solo interesse naturalistico, ma per evitare rischi per la nostra stessa sopravvivenza. Milioni di persone dovranno confrontarsi presto con carestie, scarsità d'acqua e malattie a causa di questa riduzione, avutasi soprattutto negli ultimi decenni per cause antropiche (5 le principali cause riconosciute, oltre ai naturali processi evolutivi: i cambiamenti di uso del suolo, i cambiamenti climatici, l'introduzione di specie aliene, la variazione di concentrazione di anidride carbonica e le deposizioni azotate a cui vanno aggiunte le piogge acide).
22 maggio 2009