A grande richiesta in doppia data Federico Dragogna in “Quello che ho capito di De André” Stampa
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PESARO 11.1.2023 - A seguito della grande richiesta del pubblico, raddoppia l’appuntamento con Federico Dragogna, autore e chitarrista de I Ministri, in “Quello che ho capito di De André” alla Chiesa dell’Annunziata nell’ambito di Playlist Pesaro, rassegna che torna nella Città Creativa UNESCO per la Musica per la nona edizione su iniziativa del Comune di Pesaro e dell’AMAT, in collaborazione con Regione Marche e MiC e realizzata con il contributo di BPER Banca. Oltre alla data annunciata di sabato 14 gennaio (alle 21, già sold out) lo spettacolo sarà in scena anche domenica 15 gennaio alle 17.Con “Quello che ho capito di De André” Federico Dragogna racconta a suo modo la figura di quello che è stato uno dei più grandi cantautori e artisti del dopoguerra. Una serata imperdibile per tutti i fan del grande Faber, ma anche per chi vuole conoscere più a fondo questo eterno cantautore genovese tra sue riflessioni preziose e canzoni proposte in chiave intimistica.

De André lo scoprii una domenica di molti anni fa - racconta Federico Dragogna -, arrampicandomi sulla libreria di mio padre, che dormiva alle mie spalle davanti a un gran premio di Formula 1. Avevo 8 anni e De André aveva appena pubblicato il suo dodicesimo album, Le nuvole: lo estraevo dal jewel case con la cura che a quel tempo si riservava ai compact disc, lo inserivo nel lettore, mi mettevo le cuffie e mi lanciavo nelle mie esplorazioni. E scoprivo mondi incredibili: ballate in napoletano, favole della buonanotte, cori in dialetti incomprensibili, nomi, cognomi, parolacce. Quello che ho capito di De André non è un tributo a De André, né una lezione o una commemorazione - prosegue il musicista -, è davvero, semplicemente, quello che ho capito di lui e delle sue canzoni. È qualcosa che ho immaginato e scritto quando mi sono accorto che, forse, di Fabrizio De André - twittato da politici d'ogni sorta e bandiera, incensato nei salotti, nei musei e persino nelle scuole - ero io a non averci capito qualcosa. Da ragazzo avevo scelto le sue parole perché mi sembravano le più coraggiose e le più pericolose, ora che le ritrovo ovunque mi sono chiesto se è il nostro Paese che ha finalmente trovato il coraggio o se sono ancora bombe a cui qualcuno ha fatto un giardino intorno, così che da fuori, anno dopo anno, si finisca per vedere solo il giardino. Non è un concerto anche se della musica c'è, non è un reading anche se ho dei fogli davanti: di sicuro c'è la mia voce, la sua e quella del tempo in cui siamo tutti immersi. Ed è qualcosa che ho deciso di fare in posti che erano interessati a questo discorso e che mi hanno chiamato, in posti in cui anche lui, credo, sarebbe venuto volentieri”.

ph Danilo Garcia Di Meo

 

Silverio Pomili www.laprovinciamarche.eu

 

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