Omicidio Emmanuel, l'autopsia: "Un solo pugno al mento e frattura del cranio". Domani i funerali con la presenza della Boldrini, il 12 lutto cittadino Stampa

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E' terminato ieri sera dopo circa 4 ore l'autopsia sul corpo di Emmanuel Chibi Namdi, il nigeriano morto dopo essere stato colpito da Amedeo Mancini a Fermo. Dall'esame autoptico è emerso che il nigeriano è stato colpito da un solo pugno tra la mandibola e il labbro inferiore, forte, ma non fortissimo tanto da lasciare la dentatura intatta e poi una spaccatura nella calotta cranica causata dalla caduta al suolo. 
L'esame autoptico ha rivelato, inoltre che il corpo dell'uomo, quasi totalmente integro, presenta un'abrasione al polso, un ematoma a un polpaccio e segni di unghiate. I risultati sono ritenuti decisivi sia dalla Procura di Fermo che procede per omicidio preterintenzionale con l'aggravante razzista, sia dal legale di Mancini, l'avvocato Francesco De Minicis, che sostiene la tesi della legittima difesa.

Secondo la compagna di Emmanuel, il nigeriano sarebbe stato colpirto da 
Mancini con un paletto mobile della segnaletica stradale e poi preso a pugni. Stando invece alle testimonianze raccolte dalla Procura, il nigeriano avrebbe lanciato il paletto contro l'italiano come reazione agli insulti razzisti rivolti alla donna.

La presidente della Camera Laura Boldrini sarà presente ai funerali del migrante che si terranno a Fermo domani alle 18 nel Duomo. Alle esequie, che saranno celebrate dall'arcivescovo di Fermo mons. Luigi Conti con don Vinicio Albanesi, sarà presente anche il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro ed il presidente del Consiglio regionale delle Marche Antonio Mastrovincenzo, oltre ad altri rappresentanti di istituzioni, movimenti ed associazioni laiche e religiose.

Infine il 12 luglio a Fermo sarà indetto il lutto cittadino e in memoria del Emanuel ci sarà anche una manifestazione.

Enrico Maria Medici - www.laprovinciamarche.it
9 Luglio  2016 - 
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Delitto Fermo, verdetto dell'autopsia: frattura al cranio. Domenica i funerali con Boldrini

L'esame, sul corpo del rifugiato nigeriano ucciso, è terminato. I risultati sono ritenuti decisivi sia dall'accusa che dalla difesa. Un pugno tra la mandibola e il labbro inferiore e poi quella spaccatura nella calotta cranica del nigeriano. Era presente anche un perito della comunità di don Vinicio Albanesi, che dice: "Ci vuole una faccia bianca per rappresentare un nero"

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FERMO - E' l'esame più atteso per provare a scrivere la verità sul delitto di Emmanuel Chibi Namdi. L'autopsia sul corpo del 36enne migrante nigeriano -morto dopo un pugno ricevutodall'ultrà Amedeo Mancini, di 39 anni - è terminata in serata. Il medico legale, Alessia Romanelli, ha anche acquisito tutti i referti medici precedenti il decesso, avvenuto dopo un giorno di coma. Hanno assistito i periti di parte, compreso quello della fondazione Caritas in Veritate di don Vinicio Albanesi, che si costituirà parte civile. "Ci vuole una faccia bianca per rappresentare un nero", dice il sacerdote. Un solo pugno tra la mandibola e il labbro inferiore, forte ma non fortissimo tanto da lasciare la dentatura intatta, una pesante rima di frattura al cranio. Sono gli elementi emersi dall'autopsia del nigeriano morto dopo essere stato colpito da Amedeo Mancini. L' esame autoptico, in cui sono stati prelevati tessuti, a quanto appreso, ha rilevato che il corpo dell'uomo è quasi totalmente integro a parte un'abrasione al polso,un ematoma a un polpaccio, segni di unghiate.Un quadro compatibile con un ventagli di reati, dalla legittima difesa all'omicidio preterintenzionale.

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L'autopsia è ritenuta decisiva, sia dalla Procura di Fermo che procede per omicidio preterintenzionale con l'aggravante razzista, sia dal legale di Mancini, l'avvocato Francesco De Minicis, che sostiene la tesi della legittima difesa. Secondo la compagna di Emmanuel, il rifugiato sarebbe stato colpito da Mancini con un paletto mobile della segnaletica stradale, e poi preso a pugni. Stando alle testimonianze raccolte dalla Procura, Emmanuel invece avrebbe lanciato il paletto contro l'italiano come reazione agli insulti razzisti ("scimmia africana") rivolti alla donna. E stando all'accusa, Mancini - che nell'ordinanza di fermo viene definito un "soggetto altamente pericoloso per effetto della sua natura violenta e aggressiva" - avrebbe sferrato il pugno mortale a Emmanuel quando, terminata la colluttazione, il migrante e la sua compagna si stavano già allontanando.

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Mancini, ritenuto vicino agli ambienti della destra estrema, anche se al suo legale ha negato qualunque affiliazione politica, è stato sottoposto ad accertamento irripetibile su alcuni ematomi sul costato e su un braccio: la dimostrazione - secondo la difesa - che sarebbe stato lui ad essere aggredito. Intanto spunta una foto sui drammatici momenti dopo la colluttazione: Emmanuel con una maglietta viola è seduto sul marciapiede circondato da amici, la sua compagna Chinyery è in piedi davanti a lui, mentre in primo piano si vede Mancini, con il volto teso e una mano sul braccio sinistro. A chiedere che sia fatta "piena luce sulle circostanze della morte di Emmanuel", "un nostro fratello nigeriano" in fuga dalla violenza di Boko Haram c'è anche il premier Matteo Renzi. E per il presidente del Senato Pietro Grasso, "l'Italia non è razzista, siamo abituati da sempre all'integrazione delle etnie e delle religioni, dobbiamo combattere, esecrare e isolare questi episodi e punire i colpevoli". I funerali del migrante potrebbero essere celebrati domenica, una volta che il corpo sarà restituito alla famiglia. La presidente della Camera Laura Boldrini vuole essere presente.

 
 
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