A San Benedetto piste ciclabili con curve "quadrate" Stampa

pista_ciclabileSAN BENEDETTO 17/8/2010 - Polemiche e proteste in riviera per le nuove piste ciclabili particolarmente pericolose a causa della ridotta larghezza, degli attraversamenti orizzontali delle vie e delle "curve quadrate" denunciate da PGC con un'emblematica lettera: "Percorsi ciclabili folli che ti fanno fare il giro dell'oca, mal disegnati secondo brusche rette spezzate che, quando s'impappinano, zac, di qua, di là, ad angolo retto, qualche volta acuto! Per cui o vai fuori pista incontro alla morte, o cadi"

 I nuovi tratti di pista ciclabile realizzati ad inizio estate dall'amministrazione comunale se da un lato evidenziano una visione avanzata della vivibilità cittadina, dall'altra hanno innescato una serie di polemiche e proteste a causa della pericolosità.

In particolare i tratti nella zona nord nei pressi del vecchio stadio e del Dopolavoro ferroviario e quelli che attraversano orizzontalmente alcune vie cittadine tra le quali il lungomare e viale Colombo. Tante in questo senso le proteste non solo dei ciclisti, ma anche degli automobilisti che si vedono spuntare dal nulla le biciclette.

Particolarmente emblematica e circostanziata la critica mossa, in tal senso, da un cittadino attraverso una lettera. 

"Lo vedi in curva - scrive PGC - se uno sa andare in bici: il manubrio un po' girato, le dita sulle leve dei freni, i pedali in spinta o in alleggerimento, mentre tutto il corpo in danza lenta si sposta e s'inclina a contrastare la centrifuga, la prima forza di cui a scuola, per simpatia, imparavi subito la formula: F = mv(quadrato) r

Ovvio che non li fai 'sti calcoli, vai d'istinto, in automatico. Devi scegliere una traiettoria curvilinea e indovinare la velocità, ma andando piano la centrifuga non ti dà più problemi delle buche sull'asfalto, dei gradini spaccacerchi, dei tombini traditori [per dire, solo sui 3 km di pista ciclabile tra San Benedetto e Grottammare ce ne sono 400 !], dei pedali che sbattono su marciapiedi e cordoli troppo alti, delle griglie di ferro attorno alle palme, delle profondissime pozzanghere, dei pali della luce, delle cassette dell'Enel, degli oleandri non potati, dei cumuli di sabbia che solo il vento li riporterà via, della vernice verde azzurra gialla bianca con un po'd'umido scivolosa come l'olio, oltre alla automobilistica cafonaggine diffusa che tende all'omicidio...

Andare in bici può essere complicato e rischioso, si sa. Ma è anche bello, specie in curva: in genere basta rallentare quanto basta per procedere nella linea prefissata senza perdere l'equilibrio, giacchè la capacità d'equilibrio proprio dalla velocità dipende.

Ovvio che più la curva è stretta più devi farla piano, anzi, spesso t'occorre più spazio di manovra, devi allargarti, sennò cadi. Per lo più capita nelle emergenze. Tuttavia noi ciclisti metropolitani ce la caviamo, le curve strette sappiamo farle.

Le CURVE QUADRATE però no!  A 90° NO!  AD ANGOLO ACUTO NO!

Invece proprio questo succede a San Benedetto e Grottammare, da quando è scoppiata la frenesia dei nastri ciclabili. Percorsi ciclabili folli che ti fanno fare il giro dell'oca, mal disegnati secondo brusche rette spezzate che, quando s'impappinano, ZAC, di qua, di là, ad angolo retto, qualche volta acuto!!! Curve quadrate. Per cui o vai fuori strada (pardon fuori pista) incontro alla morte, o cadi.  Prendi la formula di prima  F = mv(quadrato) r : se il raggio non c'è, cioè è zero non essendoci curva, è matematico che cadi. Tragicomico no?

Sul lato ovest del Ballarin poi, 100 metri prima di incocciare due magnifici angoli retti, a scelta o ridi o ti disperi: su un marciapiedino asfalto-mattonelle-pietra-cemento sapientemente progettato a bruschi saliscendi (inzeppato di tombini - gradini - cordoli taglienti - pozzanghere artificiali - birilletti - salsicciotti gialli...) hanno piazzato un'impressionante, demenziale ma soprattutto pericolosa ringhiera [da smontare ogni volta che devono passare i carri del carnevale!] e un'infilata di cartelli rotondi rosso-blu, che cavalcando la bici ti prende il "raptus da Quintana" e vorresti infilzarli in velocità come il Moro, se avessi una lancia...

Incredibile come 'sti somari riescano a farle tutte sbagliate e non ne azzecchino una giusta, neanche per sbaglio.  PGC

 

 

Alessandro Lorenzi - Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.