Appello alla Regione contro i tagli agli ospedali Stampa

san__salvatore_2PESARO 29.5.2012 - Duro il consigliere regionale Carloni: "Viene da chiedersi se qualcuno abbia deciso di indebolire tutti i nostri sistemi sanitari a vantaggio di Ancona e delle strutture private dell'Emilia Romagna"

In merito al taglio dei posti nell'Area Vasta 1, dal consigliere regionale Mirco Carloni riceviamo e pubblichiamo

"In diverse occasioni ho avuto modo di dire che la nostra provincia è di frontiera per quel che riguarda la sanità. Guardando ai dati della mobilità passiva viene da chiedersi se veramente qualcuno abbia deciso di indebolire tutti i nostri sistemi sanitari a vantaggio non solo di Ancona, ma addirittura per avvantaggiare altre strutture pubbliche, soprattutto quelle private dell'Emilia Romagna.

Il nostro sistema è fermo alla logica di un ospedale per comune e questa situazione va certamente riorganizzata nella logica di distribuire servizi e creare una rete di servizi di prossimità ma anche di eccellenza.

Sulle notizie fin qui ricevute sembra che l'unica logica che la Giunta regionale stia utilizzando sia quella dei budget con tagli indiscriminati, rischiando di travolgere quello che di buono c'è nei nostri ospedali senza cogliere l’essenza del servizio ospedaliero e anziché promuovere quelle eccellenze che creano mobilità attiva cioè quei servizi che ci permettono di incassare da altre regioni perché i pazienti scelgono le prestazioni: questo è davvero un atteggiamento incomprensibile.

Ci sono due situazioni in particolare che sono di esempio: il centro regionale per autismo infantile presso la neuropsichiatria al Santa Croce di Fano e la fivet presso il reparto di ginecologia a Pesaro. La prima, nonostante un pronunciamento all'unanimità del consiglio regionale delle Marche che individua Fano come centro regionale dell'autismo infantile, e nonostante sia eccellenza tale da rappresentare risorsa attiva per i rimborsi da altre regioni per le famiglie che scelgano proprio Fano, ancora vive sospesa nell’assoluta precarietà sotto forma di progetto sperimentale. Il secondo, la fecondazione assistita, è una disciplina in grande crescita e a livello nazionale, tranne nelle Marche, si è puntato su questa specialistica proprio per attrarre massa critica; invece, nell'indifferenza, si lascia questo progetto a metà con finanziamento insufficiente e per questo al quale non si può ancora dare la luce".

Ebbene invece di Parlare dei massimi sistemi intanto salviamo e tuteliamo questi come altri esempi di assoluta qualità dall'onda indiscriminata dei tagli anche perché da un punto di vista contabile si tratta di una perdita di un’entrata non di un taglio alla spesa.

Se la giunta regionale ha deciso di stritolare la sanità della provincia di Pesaro e Urbino non staremo a guardare: serve un atto di verità che si dimostra con i fatti concreti che l'assessore deve dare non solo per il dibattito politico ma lo deve ai cittadini che vengono allarmati dalla demagogia imperante e da chi come Ucchielli vorrebbe un pensiero unico a cui aderire senza se e senza ma.

Per quanto riguarda il dibattito sull’ospedale nuovo provinciale invece serve un gesto di trasparenza perché sta prevalendo la paura e la disinformazione, tra l'altro soltanto con una condivisione e una trasparenza assoluta si potrà parlare di un ospedale provinciale che non sottostia a logiche al ribasso ma come eventuale discussione per migliorare il servizio sanitario del nostro territorio. Quindi senza un chiarimento vero su come verrà qualificata la nostra sanità è difficile creare un dibattito serio: serve insomma maggior verità e trasparenza anche per ridurre lo spazio della demagogia imperante sul tema.

A me interessa capire concretamente quali e quanti servizi verranno ulteriormente valorizzati dei tanti che pure ci sono nelle strutture, e per il futuro se ci sarà la disponibilità finanziaria su che miglioramento vedranno i malati grazie ad una struttura nuova. In ogni caso in mancanza di risposte concrete sul presente sarà difficile creare un dibattito serio sul futuro oggi più che mai prossimo e offuscato.