Cochi Ponzoni nelle Marche con “Le ferite del vento” Stampa
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JESI 24.3.2023 - Nuovo appuntamento mercoledì 29 marzo al Teatro Pergolesi di Jesi con la stagione teatrale promossa dalla Fondazione Pergolesi Spontini, dal Comune di Jesi e dall’AMAT, con il contributo della Regione Marche e del MiC. In scena Le ferite del vento di Juan Carlos Rubio, con Cochi Ponzoni e Matteo Taranto, regia di Alessio Pizzech, un racconto intenso, fatto di emozioni, che riporta in superficie temi archetipici e li restituisce con un linguaggio vicino alla quotidianità capace di svelare la poesia delle piccole cose e riconsegna intatta allo spettatore l’originaria forza del teatro. Prima dello spettacolo, alle 18 presso le Sale Pergolesiane, il pubblico è invitato all’incontro con il regista Alessio Pizzech nell'ambito del progetto Essere spettatore a cura di Pierfrancesco Giannangeli, docente, giornalista e consulente della Fondazione Pergolesi Spontini per la formazione del pubblico. Al termine dello spettacolo il pubblico sarà invitato a restare ancora in teatro per l’incontro/conversazione con i protagonisti dello spettacolo.

Il giovane Davide, alla morte del padre Raffaele si ritrova a dover sistemare le sue cose. Nel perfetto ordine degli oggetti lasciati dal genitore, uno scrigno chiuso ermeticamente attira la sua attenzione. Dopo aver forzato la serratura, per la quale sembra non esistere nessuna chiave, al suo interno scopre una fitta corrispondenza ingiallita dal tempo. La lettura di quei fogli, ricevuti e gelosamente conservati, lo porta a conoscenza di un segreto che mai avrebbe potuto immaginare: il padre aveva una relazione con Giovanni, il misterioso mittente di quelle lettere appassionate. Chi è questo sconosciuto che improvvisamente emerge dalle ombre della memoria? Dopo un primo momento di sconcerto, Davide decide di affrontarlo. Nel corso di tre intensi confronti che generano un flusso di parole di una potenza deflagrante, si fronteggiano Giovanni, ironico e divertente, capace di strappare un sorriso anche di fronte al dolore della perdita, e Davide, irruento e orgoglioso, che ci rende partecipi della sua legittima smania di sapere. Ne scaturisce un acceso duello teatrale dal quale emergono i tratti di un uomo che Davide stenta sempre più a riconoscere come suo padre. Carlos Rubio ci introduce nel labirinto del legame profondo, misterioso, senza limiti di spazio e tempo, che si è instaurato da anni tra Giovanni e Raffaele, all'insaputa della famiglia di quest'ultimo. Giovanni diventa per Davide compagno di lutto, amico, confidente; assume tutte le sembianze che il giovane istintivamente gli riconosce. La storia presente e passata, man mano che procede, si fa più appassionante, ogni battuta svela nuovi elementi che sorprendono e commuovono, costringendo lo spettatore a indossare ora i panni di Giovanni ora quelli di Davide. Al centro domina la presenza-assenza di Raffaele, che non corrisponde a nessuna delle immagini di uomo e padre che egli ha dato di sé in vita. Ma quando finalmente le cose sembrerebbero ritrovare un loro senso, le lettere che hanno tenuto le fila di questa relazione tornano ad essere le vere protagoniste del racconto nel momento in cui Giovanni mostra a Davide le risposte che Raffaele gli inviava.

I due protagonisti, nel corso dello spettacolo - racconta il regista Alessio Pizzech -, si muovono da un punto all'altro della scena avvolti da un'atmosfera di luci e sonorità che si colorano di volta in volta delle suggestioni di un parco o dei rumori di un interno, portando con loro un racconto di vita nel quale è l'umanità dei personaggi a pervadere quella degli interpreti”.

Le scene dello spettacolo, prodotto da Società per Attori e Città della Spezia, sono di Alessandro Chiti, i costumi di Carla Ricotti, le musiche di Paolo Coletta e le luci di Michele Lavanga.

 

Silvio Silvestri www.laprovinciamarche.eu

 

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