Una nuova sala per l'Hospice Stampa

Hospice_internoSAN SEVERINO 8.11.2011 - Venerdì 11 novembre, in occasione della giornata nazionale per la lotta contro il dolore, verrà inaugurata la nuova sala dell'Hospice

In occasione della Giornata nazionale per la lotta contro il dolore inutile venerdì prossimo (11 novembre) verrà inaugurata presso l’Hospice di San Severino Marche la nuova sala “Il giardino d’inverno” donata dalla famiglia Montecchiani in sua memoria del loro caro Cesare. La cerimonia avrà inizio alle ore 11 alla presenza, fra gli altri, del direttore dell’Area Vasta n. 3, Enrico Bordoni, del direttore dell’Hospice di San Severino Marche, Sergio Giorgetti, del sindaco Cesare Martini, dell’assessore comunale alla Salute, Vincenzo Felicioli, del personale medico, infermieristico, ausiliario ed amministrativo del “Bartolomeo Eustachio”.

La data dell'11 novembre è stata scelta perché si riallaccia alla leggenda di Martino, giovane soldato di Pannonia, che più di 1.500 anni fa, per aiutare un vecchio sfinito dalla pioggia e dal freddo, gli offrì metà del suo mantello tagliandolo con la spada.

Dopo quest'atto di spontanea generosità all'improvviso il tempo mutò, il cielo si schiarì e l'aria si fece incredibilmente mite: era nata l' Estate di S. Martino.

Oltre 250.000 malati ogni anno, in Italia, non possono più essere guariti ma hanno diritto ad essere adeguatamente curati, attraverso le cure palliative domiciliari e gli Hospice. Il termine palliativo ha la sua radice etimologica proprio nel latino "pallium" = mantello e il senso di coprire, avvolgere, proteggere (come in un mantello) è quello che più si avvicina al significato che si vuole attribuire al termine palliativo.

“Vogliamo cogliere l’occasione, a nome del personale sanitario e dei volontari - sottolinea il dottor Sergio Giorgetti, responsabile dell’Hospice di San Severino Marche - per ringraziare pubblicamente quanti, con le loro offerte, hanno contribuito a migliorare la qualità della vita dei nostri pazienti e delle loro famiglie. La lotta contro il dolore per una migliore qualità del vivere, in un momento in cui anche la speranza sembra abbandonarci, è lo scopo del nostro lavoro; il nostro obbiettivo è quello di garantire la massima assistenza e presenza soprattutto in una fase della vita in cui spesso ci si sente soli”.