Strage di cinghiali: sotto accusa la Provincia di Ascoli Stampa

Cinghiali_mortiASCOLI 28/3/2011 - Il consigliere provinciale Corradetti: "Gli abbattimenti dei cinghiali non possono seguire le strategie del massacro con lo sterminio delle femmine gravide o dei cuccioli di pochi giorni il cui sangue sui campi coperti di neve rende ancor più cruenta la strage"
Il piano di abbattimento straordinario dei cinghiali autorizzato dall'amministrazione provinciale di Ascoli nei mesi gennaio e febbraio ha destato parecchie polemiche. Lo sostiene il consigliere provinciale, Sergio Corradetti che ha presentato un interpellanza al presidente della Provincia, Piero Celani, ed all'assessore provinciale competente, Aleandro Petrucci.

"Vogliamo sapere dalla Provincia – sostiene Corradetti - se le operazioni di censimento dei cinghiali in ottemperanza al regolamento provinciale in materia, sono state effettivamente predisposte.

L'ente deve rendere nota sia qual è stata la crescita demografica dei cinghiali nel Settore C, quali sono state le zone di eradicazione nell'arco degli ultimi 5 anni e sulla base di quali rilevazioni statistiche sono state assunte le informazioni.

Nelle rilevazioni statistiche faunistiche sono rilevabili situazioni di anomalia conseguenti ad una imprecisione sulla rilevazione dei dati?

È vero che il Piano straordinario, che ha portato all'attivazione delle battute tenutesi nei mesi scorsi nelle aree poste nel Settore C, nelle macro-zone nei territori dei Comuni di Venarotta, Ascoli, Force, Montalto, Montedinove, Offida, Appignano, Castignano, Ripatransone, Cupramarittima, Grottammare e Carassai, sia stato autorizzato senza ottenere il preventivo parere dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica, così come previsto dalla Legge 157 del 92, e che tale responso sarebbe stato sostituito dal parere reso dal Servizio risorse naturali della Provincia?

Quale metodo è stato applicato nell'individuazione dei soggetti selecontrollori, che hanno preso parte alle battute e quale criterio è stato utilizzato nell'assegnazione delle spoglie degli ungulati abbattuti?

Infine, chiedo di sapere se il Servizio Caccia e pesca è a conoscenza di accertamenti, effettuati da parte di agenti del Corpo forestale dello Stato, per esercizio venatorio su terreno coperto da neve".

Ma secondo Corradetti è anche il metodo di caccia che è sbagliato. "Il cinghiale, mammifero non autoctono, immesso nel nostro territorio con una politica di incentivazione venatoria - spiega Corradetti - si abbatte in branchi cui campi coltivati, incurante dei sacrifici degli agricoltori. La sola caccia, senza una concreta azione di monitoraggio e controllo delle popolazioni non e' in grado di contenerne la crescita demografica. In questi ultimi anni qualcosa non ha funzionato se abbiamo assistito ad una loro abnorme proliferazione: o il sistema di controllo con le sue statistiche non ha funzionato, o si sono create delle "aree protette". Gli abbattimenti debbono essere gestiti rispettando le regole e l'etica non con le strategie del massacro che includono lo sterminio delle femmine gravide e dei cuccioli di pochi giorni. O con il massacro sui campi coperti di neve, dove il rosso del sangue evidenzia ancor di più la strage".

Roberto Roberti - Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.