La solitudine tra le cause dell’aumento del gioco d'azzardo patologico tra gli over 60

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CASTEL DI LAMA (AP) - Solitudine e paura di non riuscire ad arrivare alla fine del mese. Sono spesso queste le cause scatenanti che portano le persone anziane a cadere nella trappola del gioco d'azzardo patologico. Del resto gli over 65 rappresentano un'area di mercato appetibile per il settore. «Bisogna chiamarlo solo azzardo perché il gioco è qualcosa di bello» sono le parole pronunciate da una signora che ha iniziato a frequentare il gruppo di ascolto e supporto, che rientra nell’ambito del progetto gestito dal Dipartimento Dipendenze Patologiche e vede l’Ama-Aquilone quale ente affidatario, come testimonia Maria Aureli, assistente sociale, dottoressa in psicologia, counselor e referente territoriale degli sportelli nel territorio degli Ambiti territoriali sociali XXII e XXIV.

«Le persone che si rivolgono ai nostri sportelli raccontano storie simili tra loro, fatte di solitudine e paura rispetto alla gestione del quotidiano. Il gioco d’azzardo genera solitudine e questo favorisce l’azzardo. Secondo un’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità, riferita al 2019, il 5% della popolazione anziana è a rischio. Ma i dati vanno letti con attenzione perché gli anziani fanno più fatica ad emergere e a chiedere aiuto e la famiglia spesso è distante. Le persone anziane risultano in una situazione contraddittoria: in genere dispongono di un’entrata fissa, come la pensione, e questo può rappresentare una sicurezza, ma in molti casi non hanno impegni economici verso i propri familiari. Altre volte vivono una solitudine accompagnata da noia e questo può rappresentare una fonte di accesso continua a comportamenti di azzardo che li porta a non avere più quella sicurezza economica e a mettersi in una condizione di pericolo».

Entrando nel dettaglio dei dati relativi al progetto attivo dal 2017, nell’ambito del Piano regionale Gap, risulta che: su 131 persone che si sono rivolte agli sportelli presenti a Comunanza, Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto e attivati dalla Cooperativa Ama Aquilone, il 17% aveva più di 60 anni, per un totale di 23 persone di cui il 21% donne e il 79% uomini.  Di queste solo il 21% non aveva legami affettivi stabili (vedova/o o celibe/nubile); il 13% persone non aveva avuto figli; mentre il 57% aveva un basso tasso di scolarizzazione (elementare o licenza media). Quasi tutti erano pensionati o occupati; solo una persona aveva problemi anche di alcolismo e un’altra era seguita anche dal Dsm, Dipartimento di Salute Mentale.

«Le persone anziane che accedono ai servizi - spiega Marta Bugari, psicologa psicoterapeuta della Cooperativa Ama Aquilone - spesso sono accompagnate dal coniuge, dai figli o da un amico. Altre volte sono inviati dai servizi in rete, e in questo caso non è escluso che possano accedere autonomamente, probabilmente mossi dalla solitudine e da un‘autogestione economica che, se inizialmente lascia libertà di movimento, poi può rivelarsi controproducente e distruttiva. Ecco dunque che si genera la richiesta di aiuto. Gli over 65 spesso si trovano a stilare un bilancio della loro vita, in alcuni casi immaginando ciò che potrebbe arrivare di buono in questa loro fase della vita. Cambiamenti del ruolo all’interno del nucleo familiare o sociale possono avvenire naturalmente oppure possono essere imposti come nel caso di nascite, allontanamenti o lutti. Cambiamenti che a volte possono fungere da fattore d’innesco per l'instaurarsi di una fantasia di gratificazione o rivendicativa verso se stessi. Il gioco d’azzardo può prendere il posto di un compagno che non c’è più, può mantenere viva un'energia che si pensava affievolita, può diventare un passatempo leggero, può essere un amico che consola e prospetta un‘ultima chance. Il gioco d’azzardo può essere un elemento già presente nella vita di alcuni che acquista una rilevanza, oppure una novità. Un eccellente sedativo alla noia, alla solitudine, alla rabbia, l’ansia e la tristezza in una fase della vita che richiede, proprio perché densa di cambiamenti, una progettualità e una riorganizzazione che spesso può risultare faticosa e difficile da realizzare».

La Cooperativa Ama Aquilone gestisce progetti che si occupano delle problematiche legate al gioco d’azzardo patologico e, più recentemente, anche alle dipendenze digitali. Tali progetti rientrano nell’ambito del Piano Regionale integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio da GAP e dipendenze digitali, finanziato da Regione Marche, e realizzato e promosso dal Dipartimento di Dipendenze Patologiche dell’Ast Ascoli Piceno, diretto dal dottor Claudio Cacaci. Per tutte le informazioni: dott.ssa Maria Aureli 392-4197983; dott.ssa Marta Bugari 392-4197997. Mail Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. . www.giocoazzardopatologico.it

 

Enrico Medici www.laprovinciamarche.eu

 

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