Spiagge e Fondali Puliti 2021, torna l’iniziativa di Legambiente per ripulire arenili e fondali dai rifiuti. Nelle Marche 3 appuntamenti in programma

Pulizia_spiagge_Legambiente

 

ANCONA 13.5.2021 - “Fai anche tu la tua parte: per contrastare la presenza dei rifiuti che vedi sulle spiagge e che finiscono in mare, ogni tua scelta quotidiana è importante e può fare la differenza”. Con questo slogan Legambiente invita tutti questo week-end 14, 15 e 16 maggio, a partecipare all’edizione 2021 di Spiagge e Fondali Puliti, la campagna di volontariato ambientale realizzata con il supporto di E.ON, Novamont e Sammontana in qualità di partner principali e Virosac in qualità di partner. Una tre giorni importante segnata da una mobilitazione attiva lungo le coste e gli arenili della Penisola, ma anche lungo le sponde del Mediterraneo, e che riprende il via dopo lo stop del 2020 legato alla pandemia e alle misure del lockdown. Sono 3 le iniziative in programma nelle Marche che vedono i volontari di Legambiente al lavoro per raccogliere rifiuti in spiaggia nel completo rispetto della normativa anti Covid. Appuntamento sabato 15 maggio alle 15:30 a Jesi, via dell’Esino per raccogliere i rifiuti lungo la sponda del fiume. Si continua nel pomeriggio di sabato 15 maggio alle 17 al Parco San Bartolo per un incontro dal titolo “Per un mondo senza plastica”. Domenica 16 maggio appuntamento a Porto Sant’Elpidio alle ore 10 presso la spiaggia Orfeo Serafini.

Spiagge e Fondali Puliti 2021 sarà anche caratterizzato da un contest fotografico attraverso il quale Legambiente inviterà tutti a condividere su Instagram le foto del “bottino” di rifiuti con gli hashtag #CiPiaciUnSacco e #SpiaggeFondaliPuliti e taggando l’associazione ambientalista nei tuoi post! Le foto più simpatiche vinceranno una shopper in tessuto Ci Piaci un sacco!

L’inquinamento da plastica in mare e sulle spiagge - dichiara Marco Ciarulli, direttore di Legambiente Marche - resta, insieme all'emergenza climatica, l'altra grande questione ambientale e mondiale da affrontare con interventi e politiche mirate tenendo alta l'attenzione sul tema. Per questo sono importanti le campagne di informazione, sensibilizzazione e volontariato per la rimozione dei rifiuti, come stiamo facendo da anni con Spiagge e Fondali Puliti.  Quasi la metà dei rifiuti spiaggiati monitorati sono proprio i prodotti al centro della direttiva europea sulla plastica monouso, ossia prodotti usa e getta, dalle bottiglie di plastica alle stoviglie, dai mozziconi di sigaretta ai cotton fioc, solo per citarne alcuni. La Regione Marche, dimostrando coraggio, si è dotata di una legge per anticipare la Direttiva Europea la cui attuazione però procede ancora troppo lentamente ed è per questo che chiediamo di accelerare il lavoro per contrastare la presenza dei rifiuti in mare aprendo un grande tavolo di confronto con tutte le forze sociali interessate”.

Oltre alla rimozione dei rifiuti, l’obiettivo di Spiagge e Fondali Puliti è anche quello di sensibilizzare i cittadini sul grande problema del marine litter (materiali solidi, fabbricati o trasformati e in seguito scartati, eliminati, abbandonati o persi in ambiente marino e costiero) che non risparmia il Mediterraneo. A parlar chiaro sono anche i nuovi dati dell’indagine Beach Litter 2021, realizzata dai circoli locali di Legambiente e che l’associazione ambientalista lancia oggi in vista del week-end di Spiagge e Fondali Puliti.

Nelle Marche, nelle 5 spiagge monitorate, i dati sono superiori alla media nazionale che vede la presenza della plastica nell’84°% dei rifiuti raccolti; dei 5.578 rifiuti tracciati dai volontari di Legambiente il 92% dei rifiuti monitorati, infatti, è composto di plastica. Segue il legno (1,9%), la gomma (1,8%), il vetro/ceramica (1,1%) e il cartone (1,1%). Le altre categorie rappresentano l’1,9%. Le spiagge interessate dal monitoraggio sono state quelle di Montemarciano, Villanova a Falconara Marittima, la Riserva Sentina a San Benedetto del Tronto e Collemarino e Torrette ad Ancona. Il 34% dei rifiuti monitorati è composto da plastica non ben identificabile con una misura tra 2,5 cm e 50cm. Seguono tappi e coperchi con il 12,2%; purtroppo raccolti anche molti rifiuti di polistirolo con l’11,3%. Non mancano anche quest’anno i cotton fioc in plastica con l’8,1%; presenti anche le reti e sacchi per mitili con 5,4%, corde e cordini con il 4,5%. Presente anche materiale da costruzione con il 2,4% e stoviglie usa e getta con il 2,2%. Chiudono la classifica le cartucce per fucili da caccia con l’1,6% e altri oggetti in legno con l’1,6%.

L’indagine Beach Litter - aggiunge Ciarulli - rappresenta una delle più grandi esperienze di citizen science a livello internazionale grazie all’impegno dei volontari e delle volontarie di Legambiente. Il protocollo utilizzato è sviluppato nell’ambito dell’iniziativa Marine Litter Watch dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, cui diverse associazioni comunicano i dati raccolti, con l’obiettivo di creare uno dei più ampi database sui rifiuti spiaggiati costruiti dai volontari a livello europeo. Un problema quello del marine litter che nei prossimi anni dovrà vedere un Mediterraneo sempre più unito mettendo in campo anche una politica unitaria contro i rifiuti in mare partendo da un aggiornamento su proposte dell’Unep e dell’Unione Europea, estendendo le linee guida europee a tutto il bacino del Mediterraneo”.

La Direttiva Europea, la legge regionale e i dati Beach litter 2021: Il 42,3% del totale dei rifiuti monitorati da Legambiente è costituito da quei prodotti usa e getta al centro della diretta europea, detta anche SUP (Single Use Plastics), che prevede a riguardo misure specifiche. Entrando nel dettaglio per i mozziconi di sigaretta - onnipresenti sulle spiagge europee, tra i più trovati - la proposta di direttiva prevede obblighi per i produttori, che contribuiranno a coprire i costi di gestione e bonifica e i costi delle misure di sensibilizzazione.  Per le bottiglie e i contenitori di plastica, inclusi i tappi (e anelli) - ne sono stati trovati oltre 5000 sulle spiagge monitorate da Legambiente - è stato proposto l’obiettivo di raccolta del 90% al 2025 e si dovrà riciclare almeno il 90% delle bottiglie per bevande entro il 2029, con un target intermedio del 77% al 2025. Nel testo si introduce anche l’obbligo, a partire dal 2024, di avere il tappo attaccato alla bottiglia per evitare che questo si disperda con facilità. Viene introdotto, inoltre, un contenuto minimo di materiale riciclato, (almeno il 25% entro il 2025 ed il 30% al 2030) nella produzione di bottiglie di plastica per favorirne così la raccolta differenziata. La legge 274/19 della Regione Marche indica con chiarezza tutti i soggetti che non potranno più utilizzare, internamente e nell’erogazione dei rispettivi servizi, prodotti in materiale plastico monouso: Regione, Province e Comuni, le Società partecipate dagli stessi soggetti, le strutture sanitarie pubbliche e private accreditate, istituti e mense scolastiche e universitarie, chiunque svolga attività economica in area demaniale marittima o organizzi eventi e manifestazioni avvalendosi di patrocinio o contributo regionale. Non potranno più essere utilizzati piatti, posate, cannucce, contenitori, coperchi, bicchieri e tazze per alimenti e bevande realizzati in plastica. Continuerà ad essere consentito, invece, l’utilizzo di prodotti in plastica destinati ai fini medico-sanitari. Il divieto varrà, alla data di entrata in vigore della legge, anche nelle spiagge libere. La legge è diventata pienamente operativa da novembre 2019 con la possibilità fino al 31 marzo 2020 di consumare le scorte di forniture in magazzino o già ordinate.

Per quanto riguarda le reti e gli attrezzi da pesca e acquacoltura in plastica - parliamo di oltre 2400 elementi censiti dai volontari di Legambiente solo nel 2021 - la Commissione propone per i primi di introdurre regimi di responsabilità del produttore che dovrà coprire, oltre ai costi delle misure di sensibilizzazione, i costi della raccolta, in seguito alla dismissione e al conferimento agli impianti portuali di raccolta, nonché i costi del successivo trasporto e trattamento. Tra gli altri prodotti ci sono poi i contenitori in plastica per alimenti e i bicchieri di plastica che rappresentano rispettivamente il 31% e il 46% dei rifiuti da consumo di cibi da asporto, ovvero l’insieme di posate, piatti, cannucce e mescolatori per bevande censiti dai volontari di Legambiente. Per quanto riguarda i cotton fioc, quelli di plastica in Italia sono stati messi al bando a partire dal 2019, un’iniziativa nata dalla denuncia di Legambiente che di fatto ha anticipato il divieto di commercializzazione di questi prodotti contenuto nella proposta della direttiva. Infine ci sono le buste di plastica, ancora presenti sulle spiagge italiane nonostante il bando esistente dal 2013 nel nostro Paese che ha comunque permesso una riduzione nell'uso di sacchetti del 65%. Un bando, sottolinea Legambiente, che se fosse esteso a tutti i Paesi del Mediterraneo e non solo avrebbe risultati molto più rilevanti. La proposta di direttiva in questo caso è obbligare i produttori a contribuire alla copertura dei costi di gestione e bonifica dei rifiuti e delle misure di sensibilizzazione. Ultima nota riguarda gli assorbenti igienici e palloncini di gomma oggetti per cui è stata proposta un’etichettatura chiara, che indichi il loro impatto sull’ambiente e la presenza di plastica.

(Silvio Silvestri – www.laprovinciamarche.it)


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