ANCONA 9.3.2021 - La Giunta regionale delle Marche il 1° dicembre 2020 ha approvato all’unanimità, con deliberazione n. 1536, i Piani di Controllo regionali per le Volpi e per i Corvidi. Un provvedimento fortemente criticato dalle associazioni animaliste regionali che hanno presentato un ricorso al Tar contro questo semaforo verde alla strage di volpi anche nelle proprie tane e con i cuccioli al seguito.
"Dopo il Piano di controllo dei cinghiali - spiegano Danilo Baldini e Sabrina Simonetti della LAC Marche - che consente il divertimento dei cacciatori tutto l’anno abbinato a lauti guadagni dalla vendita di carne, è la volta del “Piano di Controllo della Volpe”.
Sulla base di improbabili accuse di nocività, inesistenti danni agli argini fluviali, in assenza di richieste di danni attribuiti alle volpi e con censimenti lacunosi e vecchi fatti dai cacciatori stessi, la Regione Marche vuole infatti consentire ai cacciatori l’abbattimento delle volpi fuori dai mesi di caccia consentita!
E quale sarebbe il vero motivo? Come ripetuto continuamente nel testo approvato, lo scopo degli abbattimenti è la “tutela” (dalle volpi perché devono arrivare vive all’apertura della caccia) delle specie di interesse venatorio.
In pratica la Regione Marche condanna a morte le volpi perché potrebbero mangiare i fagiani, le starne, le lepri d’allevamento, (“pronto-caccia”) inadatti a vivere in natura, comprati e rilasciati a migliaia prima dell’apertura della caccia dagli ATC (Ambiti territoriali di Caccia, cioè i cacciatori), allo scopo di impallinarli giorni dopo.
Evidentemente pur di soddisfare la smania di uccisione di un manipolo di uomini armati che vogliono cacciare tutto l’anno e non vogliono competitori naturali, i nostri politici non si sono posti scrupoli nell’approvare questo Piano di controllo Volpe fuori da ogni principio di scientificità.
La volpe, infatti, come ormai dimostrato da numerosissimi studi scientifici è utilissima per l’agricoltura, cibandosi di ratti, topi, nutrie e piccoli di cinghiali, oltre a svolgere il fondamentale ruolo di “spazzino”.
Di questo, e di molto altro, gli Assessori non hanno forse voluto tenere conto. Ma il dubbio più grave sorge quando, scorrendo il piano, apprendiamo le “tecniche di intervento” cioè i metodi di uccisione.
Questo piano consente: “Intervento all’aspetto” dal 1 aprile al 31 dicembre, consiste nell’aspettare la volpe attirandola con esche per poi ucciderla, “Abbattimento notturno con l’utilizzo di autoveicoli, di sorgenti luminose e di fucile o carabina a canna rigata di adeguato calibro, anche munita di cannocchiale”, “Cattura mediante gabbie trappola, con esca alimentare morta o viva, e che potranno essere poste nelle immediate vicinanze di strutture di ambientamento” (ovviamente della fauna pronto-caccia), “Intervento alla tana” dal 1 gennaio al 30 giugno, “nelle adiacenze della tana con uso di fucile a canna liscia e munizione spezzata dei calibri consentiti dalla normativa vigente in materia venatoria. Sarà consentito l’utilizzo massimo di 3 cani per ogni azione, specificamente addestrati”
All’unanimità quindi, gli assessori hanno deciso che nelle Marche, nei mesi in cui la volpe sta svezzando i suoi cuccioli, le Polizie provinciali marchigiane potranno coordinare i cacciatori/operatori faunistici nello sterminare tutta la famiglia.
La caccia in tana si caratterizza per la sua particolare violenza e crudeltà. Si attua con cani appositamente addestrati che si infilano nella tana dove incontreranno la madre in compagnia dei piccoli. Ne deriva immancabilmente uno scontro violentissimo tra i cani, addestrati per fare scappare le volpi verso le uscite dove li attendono i fucili dei cacciatori, e la volpe che, come qualsiasi madre, combatterà fino alla morte nel disperato tentativo di difendere sé e i suoi piccoli. I cuccioli che con poca probabilità dovessero riuscire sfuggire ai cani e ai fucili, resteranno soli e destinati ad una lenta morte per inedia. Il risultato è una vera e propria carneficina.
Tutti questi metodi bastano a capire le implicazioni dell’approvazione di questi piani per fini non strettamente emergenziali.
Si tratta infatti di mezzi e tempi che normalmente non sono permessi durante la caccia e modi che durante la caccia sono considerare reati: sparo dall’automobile, uso di gabbie trappola, fino alla caccia in tana che molte sentenze del Consiglio di Stato hanno riconosciuto configurare gli artt. 544-bis, 544-ter e544- quinquies del codice penale, che puniscono l’uccisione e il maltrattamento di animali senza necessità o per crudeltà, e il combattimento tra animali.
Per la sua crudeltà è stata bandita persino in Inghilterra. (approfondimento e petizione per il bando definitivo della caccia in tana anche in Italia https://www.abolizionecaccia.it/stop-caccia-in-tana/ )
I signori assessori, in particolare agli assessori non cacciatori, che hanno approvato all’unanimità di autorizzare questa carneficina raccapricciante, sapevano in che cosa consiste e quali violazioni sono in essa contenute?
Tutta la fauna selvatica è un patrimonio che appartiene a tutti i cittadini e come tale è e va ancor di più tutelato, come ribadito da normative statali, europee e organi di rilievo costituzionale. La LAC insieme alle associazioni marchigiane LAV, ENPA e Lupus in Fabula, ha già depositato presso il TAR Marche il ricorso contro questo piano vergognoso, nel frattempo però chiediamo alla Giunta regionale delle Marche, e in particolare ai firmatari della delibera, per i motivi sopra espressi, di ritirare spontaneamente il “Piano di controllo Volpi e Corvidi”.
Oltre a questo ci stiamo già adoperando anche in altri ambiti: dalla raccolta dati, all’informare la popolazione, affinché i firmatari di queste concessioni si prendano la responsabilità di decisioni prese grazie al fatto che la maggioranza dei cittadini è totalmente all’oscuro dei risvolti inaccettabili e legati al mondo venatorio.
Chiediamo inoltre a tutti i cittadini che hanno a cuore le sorti degli animali selvatici di unirsi a noi per documentare e monitorare le attività di uccisione; e infine chiediamo ai cacciatori/controllori, che si appellano all’utilità ecologica e dunque sociale del loro intervento, di cui quindi devono essere fieri, di filmare le loro azioni e inviarcele, le pubblicheremo attenendoci al rispetto privacy, così come nelle foto che alleghiamo!". (Enrico Medici - www.laprovinciamarche.it)
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