Domani giornata mondiale del suolo, nelle Marche è in degrado il 24% di questa risorsa

Giornata_Mond_suolo

ANCONA 4.12.2020 - Il termometro del degrado del suolo in Italia segnala un quadro preoccupante. In un quarto dell’intero territorio nazionale, infatti, sulla base dei rilevamenti effettuati da ISPRA a partire dal 2012, gli indicatori indicano una tendenza negativa, con situazioni più critiche in alcune regioni che sono anche quelle che, negli ultimi anni, hanno conosciuto processi più intensi di crescita urbana. Ciò a conferma che il consumo di suolo è, spesso, solo la punta dell’iceberg di fenomeni che poi irradiano, ad esempio a partire dai grandi assi infrastrutturali che generano nuove pressioni, attraendo nuovi capannoni e strutture logistiche, bretelle stradali che portano a connesse frammentazioni di territorio ed habitat, incendi che devastano la vegetazione ma anche, in modo subdolo, il suolo sottostante, divenendo generalmente causa di erosione e dissesto idrogeologico, oltre che di perdita di fertilità.

Nelle Marche è in degrado il 24% del suolo, dato quasi nella media nazionale (24,37%) ma al di sopra della media del centro Italia in cui è compromesso il 21,5 di questa straordinaria risorsa.

In Italia centrale, infatti, il fenomeno appare complessivamente meno pervasivo, ma gli indicatori di degrado sono preoccupanti, oltre che per l’area centro-laziale, anche per le fasce costiere e i contrafforti appenninici di Marche e Abruzzo.

Dati molto preoccupanti riguardano territori in cui l’agricoltura è condotta in modo eccessivamente aggressivo: abuso di fertilizzanti e sostanze chimiche, lavorazioni profonde e troppo ripetute, suoli lasciati scoperti per lunghi periodi, erronee pratiche di irrigazione per forzare la produttività finiscono, nel lungo periodo, per produrre risultati opposti, distruggendo l’humus, la sostanza organica del suolo, e così compromettendone progressivamente la fertilità. Situazioni a cui la nuova Politica Agricola Comunitaria sarà chiamata a far fronte, con investimenti destinati alle aziende agricole che punteranno sulla sostenibilità delle loro produzioni, in particolare in termini di riduzione dell’impatto delle coltivazioni e dell’allevamento sui suoli.

Fermare il degrado del suolo, la land degradation, equivale a tutelare il grande patrimonio di biodiversità del Pianeta, a migliorare la risposta agli eventi climatici estremi e la nostra qualità della vita, ma anche a salvaguardare i prodotti di eccellenza del Made in Italy.

Questi i temi del webinar Un Green Deal per il suolo europeo organizzato da Legambiente questa mattina nell’ambito del progetto europeo Soil4life, in occasione della Giornata internazionale del suolo che si celebra domani, 5 dicembre, in tutto il mondo.

Uno degli obiettivi più impegnativi e sfidanti dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite riguarda la ‘Land Degradation Neutral World’, ovvero riuscire, nell’arco di un solo decennio, a scrivere la parola ‘fine’ alla crescita del degrado del suolo, risorsa troppo importante per il benessere e l’alimentazione delle persone per essere danneggiata in modo sconsiderato. I dati preliminari elaborati da ISPRA per contribuire a questo obiettivo sono, però, tutt’altro che confortanti.

La nuova strategia tematica europea per contrastare il degrado del suolo deve mettere finalmente al centro delle politiche europee questa risorsa naturale non rinnovabile - dichiara Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche -. Il punto è se questo basterà a recuperare il tempo perduto. Dobbiamo tenere presente che occorrono circa 500 anni per formare 2 cm di suolo fertile mentre in Europa ogni anno spariscono circa 44.000 ettari di suolo per effetto dell’urbanizzazione. Il fenomeno dell’erosione riguarda 1,3 milioni di km2 e ben il 45% dei suoli europei ha un contenuto di sostanza organica troppo basso per espletare al meglio tutte le sue funzioni. Urge quindi, da parte della Commissione Europea, una nuova proposta di Direttiva quadro concretamente finalizzata a proteggere il suolo e a conservarne le fondamentali funzioni ambientali, socio-economiche e culturali che offre. In questa direzione anche le Marche dovranno fare la propria parte - conclude Legambiente -, senza perdere ulteriore tempo, mettendo in campo tutte le azioni necessarie per salvaguardare il suolo: dallo stop a nuove urbanizzazioni, alle bonifiche dei suoli contaminati, a politiche innovative contro l’erosione costiera, fino a strumenti a sostegno dell’agricoltura rigenerativa”.

(Silvio Silvestri – www.laprovinciamarche.it)

 

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