Gioco e droga, attrazione "fatale"

23.6.2015 - Sempre più allarmante il numero di marchigiani ricoverati in strutture sanitarie perchè dipendenti dal gioco d'azzardo. E tra questi dilaga il consumo di sostanze stupefacenti. Nel dettaglio come riconoscere un giocatore d'azzardo patologico

 

Da qualche anno l'Organizzazione mondiale della sanità l'ha definito a tutti gli effetti una vera e propria dipendenza patologica, da prevenire e curare come tutte le altre forme di dipendenza. E la ricerca nazionale coordinata dal Conagga (Coordinamento nazionale gruppi per giocatori d'azzardo) ha rilevato come il gioco d'azzardo sia sempre più diffuso in Italia, con una cifra oscillante tra un milione e un milione e mezzo di persone vittime del gioco patologico. Non ci sono dubbi, quindi, sul fatto che la patologia derivante da gioco d'azzardo patologico, caratterizzata da un comportamento compulsivo che produce effetti sulla salute (oltre che sulle finanze) seriamente invalidanti e che compromette le attività personali, familiari e lavorative, sia diventata un fenomeno significativo anche nel nostro paese.

Fenomeno che non risparmia neppure le Marche come confermano diverse indagini e studi effettuate in questi mesi nella nostra regione. Secondo una ricerca dell'Asur Marche è in vertiginoso aumento nella nostra regione il numero di adulti che si rivolgono alle strutture sanitarie marchigiane per risolvere un problema di dipendenza da gioco, che derivi da video poker, slot machines, scommesse o quant'altro. Inoltre da uno studio  effettuato sui giovani marchigiani è emerso che circa il 10% dei ragazzi tra 15 e 19 anni gioca sistematicamente e addirittura il 3% ha una dipendenza dal gioco di tipo patologico. Molti di più sono gli adulti che giocano sistematicamente, con il 31% dei bambini tra i 10 e i 13 anni che ha dichiarato di aver giocato d'azzardo almeno una volta nella vita insieme ad un genitore. Significativi anche i dati di una ricerca promossa dall'Unità di Strada dell'Ambito territoriale sociale di San Benedetto sul territorio su un campione di ragazzi tra i 14 e i 23 anni.

In particolare è emerso come il 5,8% dei ragazzi intervistati ha uno o entrambi i genitori che giocano troppo, il 5,9% pensa o ha pensato di smettere di giocare ma non ci riesce, mentre l'8,8% dichiara di aver giocato una somma di denaro maggiore di quanto si era prefisso. Inoltre il 17,6% ha dichiarato di aver giocato con una frequenza più che settimanale a play station, videopoker o qualsiasi altro gioco di abilità per denaro, il 13,3% a scommesse sportive e l'8% a lotto o lotterie.

In conclusione dalla ricerca dell'Unità di strada emerge come il 6,4% dei casi ha ottenuto un risultato indice di difficoltà potenziali circa il gioco mentre il 5,9% un risultato indice di un problema di gioco manifesto. Numeri in qualche modo confermati dai dati relativi all'utenza in trattamento per il gioco d'azzardo patologico presso i servizi GAP delle Asur marchigiane che testimoniano un aumento del 31% di persone che si sono rivolte alle varie strutture regionali rispetto all'anno precedente. Ad allarmare è il fatto che in costante crescita è il numero di adolescenti e giovani che si rivolgono a queste strutture, segno evidente di come il gioco d'azzardo faccia inevitabilmente presa anche sui più giovani.

A rendere più preoccupante questo dato c'è, poi la recente  Relazione al Parlamento della Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento Politiche Antidroga  sullo stato delle tossicodipendenze in Italia che evidenzia una pericolosissima e stretta relazione tra gioco d'azzardo e consumo di droga, in tutte le fasce di età ma soprattutto tra gli adolescenti  e tra i giovani. In particolare è stato evidenziato come gli adolescenti con comportamenti di gioco patologico hanno un uno contemporaneo di sostanze stupefacenti pari al 41,7%  in più rispetto ai loro coetanei che non giocano. Quindi più il comportamento di gioco si fa problematico o patologico e più cresce anche l'uso di droghe, in particolare hascisc, marijuana, cocaina e droghe sintetiche. La relazione si conclude a tal proposito con una riflessione sulla necessità di adottare nuove forme di prevenzione più precoce e più selettiva per il gioco d'azzardo patologico.

Il problema è che se è abbastanza semplice spiegare e capire come il gioco d'azzardo abbia avuto questa clamorosa diffusione ed esplosione negli ultimi anni, molto più complesso e complicato è riuscire a mettere in campo azioni di contrasto e prevenzione efficaci. Infatti tutte le ricerche dimostrano che l'aumento del numero di popolazione che perde il controllo del gioco e diviene giocatore problematico o patologico è strettamente correlato alla maggior quantità di giochi a disposizione, sia come numero che in termini di accesso.Come se non bastasse l'alta intensità di punti gioco presenti ormai in tutto il territorio (sale giochi, ambienti di intrattenimento, bar, sale bingo, agenzie di scommesse), si può giocare d'azzardo tranquillamente seduti di fronte ad un computer, un fatto quest'ultimo che è tra le principali cause della diffusione del gioco d'azzardo tra adolescenti e giovani. Per quanto riguarda le azioni di contrasto e prevenzione, in questi ultimi anni anche nelle Marche oltre ai servizi dell'Asur si sono moltiplicate le iniziative di sostegno da parte di associazioni e gruppi privati.

Ma resta più complicato e difficile avviare vere e concrete forme di contrasto e prevenzione. A fornire delle indicazioni utili ci ha provato il Piano d'Azione Nazionale GAP (Gioco d'Azzardo Patologico) redatto dal Dipartimento Politiche Antidroghe della Presidenza del Consiglio dei Ministri nel quale vengono elencati una serie di obiettivi ed azioni al fine di prevenire la diffusione e lo sviluppo del gioco d'azzardo patologico. Ma anche in questo caso le indicazioni sono piuttosto generiche e più che altro si limitano a fotografare l'esistente. In particolare si parla di una strategia generale per cercare di ridurre l'offerta e l'incentivo al gioco, sottolineando come la presenza di un'alta intensità di punti gioco sul territorio, specialmente se non ben regolamentata, potrebbe creare un aumento delle persone con problemi GAP correlati.

Viene poi individuato un target primario di riferimento, considerando le fasce d'età più vulnerabili e le differenti caratteristiche che esse presentano. E a tal proposito si raccomanda di utilizzare indicazioni metodologiche e strumenti differenziati per i giovani e per gli anziani. Per quanto riguarda la prevenzione il piano d'azione si concentra soprattutto su una prevenzione di tipo ambientale indirizzata al territorio e agli ambienti dove si concentra il rischio, puntando a ridurre accessibilità e disponibilità al gioco d'azzardo sul territorio, limitando la pubblicità indiscriminata. Come per ogni dipendenza, però, il nodo cruciale resta lo sviluppo precoce della consapevolezza del proprio comportamento a rischio e della propria condizione di malattia. Ed allora ecco alcune indicazioni utili, tratte dalla ricerca nazionale del Conagga, per capire se e in che misura si è di fronte ad una situazione di gioco d'azzardo patologico.

Caratteristiche e sintomi del giocatore d'azzardo patologico

Preliminarmente occorre distinguere tra giocatori d'azzardo e giocatori patologici. Per molte persone, infatti, numerosi giochi d'azzardo sono piacevoli passatempi, in taluni casi occasionali e in altri abituali, ma anche in quest'ultimo caso non significa che il gioco sia necessariamente patologico, dal momento che non è la quantità il fattore discriminante del problema. Il gioco d'azzardo patologico si configura come un problema caratterizzato da una graduale perdita della capacità di autolimitare il proprio comportamento di gioco, che finisce per assorbire, direttamente o indirettamente, sempre più tempo quotidiano, creando problemi secondari gravi che coinvolgono diverse aree della vita. In tal senso sono state distinte le seguenti tipologie di giocatori

 1) il giocatore sociale che è mosso dalla partecipazione ricreativa, considera il gioco come un'occasione per socializzare e divertirsi e sa governare i propri impulsi distruttivi;

 2) il giocatore problematico in cui, pur non essendo presente ancora una vera e propria patologia attiva, esistono dei problemi sociali da cui sfugge o a cui cerca soluzione attraverso il gioco;

 3) il giocatore patologico in cui la dimensione del gioco è ribaltata in un comportamento distruttivo che è alimentato da altre serie problematiche psichiche;

 4) il giocatore patologico impulsivo/dipendente in cui i gravi sintomi che sottolineano il rapporto patologico con il gioco d'azzardo sono talvolta più centrati sull'impulsività e altre volte sulla dipendenza.

 Un giocatore veramente dipendente è una persona in cui l'impulso per il gioco diviene un bisogno irrefrenabile e incontrollabile, al quale si accompagna una forte tensione emotiva ed una incapacità, parziale o totale, di ricorrere ad un pensiero riflessivo e logico. L'autoinganno e il ricorso a ragionamenti apparentemente razionali assumono la funzione di strumenti di controllo del senso di colpa e innestano ed alimentano un circolo autodistruttivo in cui se il giocatore dipendente perde, giustifica il suo gioco insistente col tentativo di rifarsi e di "riuscire almeno a riprendere i soldi persi", se vince si giustifica affermando che "è il suo giorno fortunato e deve approfittarne.

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