Grande attesa per l'inaugurazione del festival Pergolesi Spontini alle Grotte di Frasassi

grotte_frasassiIESI. Sarà il concerto del Coro Costanzo Porta, diretto da Antonio Greco, ad inaugurare il Festival Pergolesi Spontini domani sera sabato 5 settembre nella splendida cornice delle Grotte di Frasassi (nella foto). Ad ispirare il concerto il tema del festival di quest'anno "Prigioneri e fughe". Il programma della rassegna

Saranno le suggestive Grotte di Frasassi a Genga (AN), ad ospitare l'inaugurazione della IX edizione del Festival Pergolesi Spontini sabato 5 settembre alle ore 21: per la prima volta a Genga, il Festival si presenta con il concerto dal titolo "Il salice nella caverna", protagonista il Coro Costanzo Porta, diretto da Antonio Greco, che darà voce al canto del popolo ebraico tra le catene dell'esilio babilonese: le lamentazioni di Geremia, da Palestrina agli autori del XX secolo, risuoneranno sotto le volte della imponente grotta chiamata l'Abisso Ancona. Ad ispirare il concerto è il tema del Festival di quest'anno, "PRIGIONIERI E FUGHE" dedicato a quella folla di personaggi che languono "tra i lacci" nell'opera seria del XVIII secolo: re spodestati, principesse ridotte in schiavitù, eroi mitologici e guerrieri indomiti di storie antiche o cavalleresche. Al prigioniero, che i compositori omaggiano di commoventi "arie delle catene", non resta che sperare nell'aiuto divino, nella giustizia degli uomini, o nella fuga...

 

La serata inaugurale spazierà dunque dalla musica antica di Giovanni Pierluigi da Palestrina (in programma anche il famoso mottetto Super flumina Babylonis), Tomàs Luis de Victoria, Henry Purcell e del Codex di Las Huelgas (XIV secolo) il più importante manoscritto di area ispanica sull'Ars Antiqua, conservato presso l'omonimo monastero femminile cistercense sito nei dintorni della città di Burgos, alla musica del XX secolo di David Zehavi, Arnold Schönberg e Benedikt Burghardt il tutto affidato al Coro Costanzo Porta, fondato nel 1993 dal Antonio Greco che ne è anche direttore; l'ensemble, che nel suo repertorio passa con maestria dalla polifonia classica alla musica corale contemporanea, con particolare attenzione all'esecuzione del patrimonio vocale europeo dal Rinascimento a Bach, si è da anni affermato fra i migliori complessi corali italiani, ospite dei principali festival ed ensemble strumentali specializzati nel repertorio barocco.

 

Il Festival prosegue con un doppio appuntamento a Maiolati Spontini domenica 6 settembre. Alle ore 18,30 il tradizionale appuntamento con il concerto sull'organo Gaetano Callido (1788) nella Chiesa di S. Stefano a Maiolati Spontini, dal titolo "Alle voci del bronzo guerriero" con musiche di Händel, Storace, Scarlatti, Bach, Daniel Purcell, Fenaroli, Mozart e Telemann eseguite dal soprano Valeria Esposito, da Fabrizio Fabrizi alla tromba e da Gianluca Libertucci all'organo. Alle ore 21 in Piazza Garibaldi il concerto "Prigionia d'amore" con l'Ensemble vocale e strumentale Costanzo Porta diretto da Antonio Greco in un programma su musiche di Andrea Gabrieli, Oratio Bassani, Claudio Monteverdi, Diego Personè, Johan Jakob Froberger.

Martedì 8 e mercoledì 9 settembre ore 21 nel piccolo Teatro "La Fortuna" di Monte San Vito, l'integrale dei "Preludi e Fughe" per pianoforte di Dmitri Šostakovič affidati alla pianista russa Ilona Timchenko si alternano con la lettura di "Preludio e Fughe", ciclo di poesie di Umberto Saba, affidato alla voce dell'attrice jesina Lucia Bendia, con le video installazioni di Cristiano Berti e la regia di Matteo Mazzoni.

Giovedì 10 settembre alle ore 21 il Teatro Ferrari di San Marcello ospita l'Accademia Barocca de I Virtuosi Italiani che esegue "L'Arte della Fuga", il capolavoro di Bach, con il violino concertatore di Alberto Martini.

 

Fra gli appuntamenti più attesi del Festival, Il Prigionier Superbo di Giovanni Battista Pergolesi al Teatro Pergolesi di Jesi l'11 settembre ore 21 (replica il 13 ore 21) è il fulcro di questa nona edizione: questo dramma per musica in tre atti su libretto di Gennarantonio Federico, nella sua prima rappresentazione al Teatro San Bartolomeo di Napoli nel 1733, venne eseguito con l'intermezzo La Serva Padrona negli intervalli, una delle composizioni più note di Pergolesi; l'opera seria va in scena in un nuovo allestimento firmato dalla regia di Henning Brockhaus. Presentata nella nuova revisione critica di Claudio Toscani per le Edizioni Fondazione Pergolesi-Spontini, viene diretta da Corrado Rovaris, con gli strumenti originali dell'Accademia Barocca de I Virtuosi Italiani e un cast di livello internazionale: Marina Comparato (Viridate), Marina De Liso (Metalce), Ruth Rosique (Ericlea), Marina Rodríguez Cusí (Rosmene), Giacinta Nicotra (Micisda) e Antonio Lozano (Sostrate). Il regista Henning Brockhaus - vincitore di due Premi Abbiati, che torna al Festival dopo i successi de La Serva Padrona (2004) e Vanne, Carta amorosa (2005) - dichiara: "Per il Prigionier Superbo farò un allestimento di forte contrapposizione, il mondo del barocco è visto come in un sogno, la gestualità barocca presente come un'ombra in dialogo e contrasto con la gestualità contemporanea. A sottolineare il cortocircuito tra Realtà, Sogno e Teatro ci si è avvalsi del concreto riferimento al teatro Bunraku, il teatro giapponese delle marionette. I personaggi dell'opera infatti sono sdoppiati, ci sono i pupazzi inanimati vestiti con sfarzosi abiti barocchi che prendono vita quando si stabilisce la connessione con i cantanti, sorta di alter ego contemporanei".

La stessa l'Accademia Barocca de I Virtuosi Italiani diretta da Corrado Rovaris suona sabato 12 settembre alle ore 21 al Teatro Comunale di Montecarotto nel concerto "Adagio e fuga" con musiche di Haydn e Mozart, ed alcune arie tratte da La Fuga in maschera di Gaspare Spontini cantate dal soprano Rosa Feola. 

Chiusura con due giovani talenti ormai già affermati sulla scena internazionale: "Musicisti in fuga" è il titolo del concerto che si tiene nella Chiesa degli Aroli di Monsano domenica 13 settembre alle ore 18 e che affianca il violoncellista torinese Umberto Clerici al pianista di origini iraniane Ramin Bahrami impegnati in musiche di Bach, Beethoven e Brahms, in cui figurano fughe e fugati, secondo la tradizione classica che il romanticismo seppe perpetuare.

 

4 settembre 2009

SILVIO CAZZANIGA ( Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. )

 
 
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