FERMO, 12 settembre 2016 - Sono stati concessi gli arresti domiciliari ad Amedeo Mancini, il 39enne fermano accusato di omicidio per la morte del migrante nigeriano Emmanuel Chidi Namdi avvenuta il 5 luglio scorso a Fermo a seguito di una rissa, ma non si sa se sia stato reperito il baccialetto elettronico e quando, quindi potrà essere esecutivaì la misura del gip di Fermo Marcello Caporale. Mancini, nonostante potesse andare ai domiciliari, era ancora in carcere a causa della mancata disponibilità di braccialetti elettronici. Per il 39enne  "sin da subito il tribunale aveva ritenuto gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico - riferiscono gli avvocati De Minicis e Piattoni -  ma non si era riusciti a trovare un solo braccialetto disponibile". Così Mancini si sarebbe fatto un mese in più di carcere proprio per la carenza da parte dello Stato di questa misura cautelare.

"La carenza di braccialetti elettronici è un problema che vogliamo risolvere al più presto - riferisce Cosimo Ferri, sottosegretario alla Giustizia - anche in virtù della nuova legge approvata dal Governo stiamo incrementando le forme alternative di custodia. Attualmente, ne sono utilizzati duemila, tutti quelli che avevamo". Intanto è in corso una nuova gara del Ministero degli Interni per ottenerne un numero molto più alto, circa diecimila. Anche il senatore del Pd, Luigi Manconi reputa "paradossale"  la mancata disponibilità del braccialetto elettronico in quanto in Italia ci sarebbe "un numero ridicolo di braccialetti elettronici che non permette a tutti di usufruire di questa misura cautelare".

Enrico Medici -  Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.