Calcio giovanile al collasso

pallone-e-soldiNumerose associazioni marchigiane non iscriveranno squadre ai prossimi campionati. Ed altre alzeranno bandiera bianca. Strangolate da iscirizioni ai campionati salatissime e da aumenti fino al 250% per tesseramenti imposti dalla Lega Nazionale Dilettanti. Che, solo nell’ultima stagione, ha rastrellato nelle Marche un “tesoretto” di oltre 1.500.000 di euro. A cui si aggiunge un sostanzioso contributo ricevuto dal Coni tramite la Figc. Neanche le briciole per le squadre di bambini e ragazzi 

 

 

 

Strangolate da tasse, tesseramenti e costi vari imposti dalla Lega Nazionale Dilettanti, (l’associazione che associa in forma privatistica le associazioni sportive affiliate alla Federazione Italiana Gioco Calcio che partecipano ai campionati di calcio dilettanti), quasi il 50% delle squadre giovanili marchigiane rischia di non poter partecipare ad uno o più campionati di categoria nella prossima stagione sportiva.

Una situazione paradossale, visto che il calcio è di gran lunga lo sport più praticato dai giovani, causata dalla pesante stangata confezionata dalla Lnd alle società dilettantesche all’inizio della stagione sportiva che sta per concludersi imponendo aumenti di alcuni costi fino al 250%.

Una decisione fuori da ogni logica vista la situazione di grave crisi generale ed in particolare del calcio dilettantistico e giovanile che non può più contare su sponsorizzazioni adeguate e neanche su quote dei corsi di calcio remunerative. Una “stangata” che non ha risparmiato nessuno: dalla categoria Piccoli Amici (5 - 8 anni), che ha visto schizzare la tassa di tesseramento da 3 a 10,60 euro, alle categorie Giovanissimi, Allievi e Juniores per le quali tale tassa è lievitata fino a 19 euro.

Una situazione paradossale che assume contorni grotteschi se si pensa che, proprio nell’ottica di una riduzione dei costi, ad inizio stagione la Lnd aveva deciso che tutte le operazioni di tesseramento dovevano essere effettuate dalle associazioni sportive esclusivamente “on line”.

E se nel mondo reale un simile passaggio determina una effettiva riduzione dei costi, nel farneticante mondo del calcio giovanile la procedura on line ha comportato per le associazioni sportive marchigiane un aggravio dei costi: migliaia e migliaia di euro in più versati nelle casse del comitato regionale Marche della Lnd. Che, solo dai settori giovanili delle società marchigiane (compresi i campionati giovanili di calcio a 5), incassa ogni anno quasi 350 mila euro esclusivamente per tasse di iscrizione e tesseramenti.

Basti pensare che solo per la tassa di iscrizione al campionato Juniores (ragazzi da 17 - 18 anni) una società di puro settore giovanile arriva a pagare 850 euro per il campionato regionale e 650 euro per quello provinciale. A cui vanno aggiunti 100 euro per l’incomprensibile voce “acconto spese di funzionamento”, altri 250 euro per la voce “quota associativa” (voce altrettanto incomprensibile visto che tutte le società sono già associate alla Figc), altri 90 euro per il tesseramento e assicurazione dei dirigenti accompagnatori, altri 31 euro per tesseramento e assicurazione di ogni ragazzo tesserato e 5 euro sempre cadauno per  “oneri vari”  E considerando che ogni squadra ha una rosa di circa 20 calciatori, il costo di tale voce è di 620 euro per tesseramento e 100 euro per oneri vari. Sommando tutti i costi, un’associazione sportiva marchigiana che partecipa con una squadra al campionato Juniores deve pagare in media alla Lnd solo per iscrizione e tesseramento circa 1.920 euro per il campionato regionale e circa 1.820 euro per quello provinciale.

Poco meno di 500 euro, invece, è il costo per i campionati Allievi e Giovanissimi (regionali e provinciali). Questo significa che un’associazione sportiva dilettantistica marchigiana che, normalmente, partecipa ai campionati Juniores, Allievi e Giovanissimi deve versare ogni anno alla Lnd oltre 3 mila euro solo per l’iscrizione ai campionati ed i tesseramenti.

Una costo esagerato che pesa come un macigno sugli esigui bilanci  della stragrande maggioranza delle associazioni sportive marchigiane che devono, inoltre, trovare altri soldi  per pagare gli allenatori, per acquistare borsoni, tute e divise per i ragazzi, per affittare i campi per allenamenti e gare, per trasportare i ragazzi nelle trasferte, per acquistare ogni anno palloni e materiali d’allenamento vari. Insomma costi ormai insostenibili per associazioni che hanno come uniche voci d’entrata le sponsorizzazioni ormai minime o nulle ed i contributi personali di dirigenti  appassionati e dei genitori. E pensare che anche nei giorni scorsi il presidente del Coni Malagò aveva ribadito che “il calcio italiano deve puntare sui giovani e sui vivai”.

Ma come si fa ad incentivare l’attività di base quando, di fronte ad una crisi senza precedenti che costringe le famiglie a fare salti mortali solo per arrivare alla fine del mese, la Lnd spreme in questo modo le associazioni che, tra mille sacrifici, insegnano calcio ai bambini?

Un paradosso che stride ancor più se si pensa che dopo gli ultimi esagerati aumenti solo per l’iscrizione al campionato delle 441 squadre giovanili marchigiane (57 Juniores regionali, 50 Juniores provinciali, 40 Allievi regionali, 90 Allievi provinciali, 142 Giovanissimi, 30 Juniores Calcio a 5, 22 Allievi Calcio a 5, 10 Giovanissimi calcio a 5) e per il tesseramento degli oltre 8 mila baby calciatori il Comitato Marche incassa ogni anno dalle associazioni quasi 340 mila euro.

Una somma elevatissima che, oltretutto, rappresenta solo una fetta di una torta ben più consistente. Lo stesso Comitato regionale incassa, infatti, altri 669 mila euro per l’iscrizione ai campionati delle 408 formazioni che partecipano ai campionati dilettanti (16 Eccellenza, 31 Promozione, 81 I Categoria, 128 II Categoria, 168 III Categoria), 56 mila euro per l’iscrizione ai campionati delle 47 squadre “Amatori”, 219 mila euro per l’iscrizione delle 217 formazioni ai  campionati di calcio a 5 maschile (16 squadre serie C, 48 serie C2 e 153 serie D) e 21 mila euro per l’iscrizione delle 33 formazioni ai campionati di calcio 5 femminile (15 squadre serie C, 10 serie D, 8 allievi). A tutto ciò vanno, poi aggiunti, circa 230 mila euro per  i tesseramenti dei circa 12 mila calciatori che partecipano a detti campionati.

Nel complesso, quindi, il Comitato regionale Marche solo per le iscrizioni ai campionati  delle  quasi 1.200 squadre ed i tesseramenti dei circa 20 mila giocatori dilettanti incassa oltre 1,5 milioni di euro (1,2 milioni di euro per le iscrizioni ai campionati e circa 400 mila euro per i tesseramenti).

Una cifra imponente a cui va aggiunto il sostanzioso contributo annuo ricevuto dal Coni tramite la Figc (in un’inchiesta del giornale L’Espresso si parla di circa 2 milioni di euro per ogni comitato regionale). Dunque un’altra sostanziosa somma che, seppur molto inferiore ai 6,5 milioni di euro che ricevevano prima i comitati regionali del settore giovanile e scolastico, rimpingua ulteriormente le casse della Lnd. Che, di fronte alle polemiche circa l’impiego di quei soldi in più finiti in cassa, ha risposto sostenendo che parte di quei fondi (circa 9 milioni di euro) sono serviti per pagare l’assunzione di 104 collaboratori nelle varie delegazioni provinciali, mentre quasi 11 milioni di euro sono serviti per realizzare 20 campi in erba sintetica.

E il Comitato regionale Marche? Complessivamente con le iscrizioni ai campionati, i tesseramenti e gli oneri vari dovrebbe aver incassato circa 1 milione e mezzo di euro. Ai quali va aggiunto il contributo Coni Figc.

Ma come è stato utilizzato questo “tesoretto”?  Di certo non per sostenere le numerosissime associazioni dilettantistiche marchigiane ormai alla canna del gas. E neanche per mettergli a disposizione strutture sportive. E tanto meno per aiutarle a proseguire in quella che, ormai, è diventata, a tutti gli effetti, una vera e propria missione: far si che tantissimi giovani continuino a divertirsi sui campi di calcio in modo sano e corretto evitando che frequentino luoghi e compagnie pericolose. Ma la situazione è ormai disperata e tante associazioni hanno già annunciato che non parteciperanno a diversi campionati o, addirittura, alzeranno bandiera bianca. Così tanti ragazzi saranno costretti a rinunciare al loro sport preferito ed i genitori dovranno preoccuparsi di ciò che faranno i loro figli nel tempo libero.

Un problema di fronte al quale il comitato regionale sembra comportarsi come le tre scimmie: non vede, non sente, non parla…

 

Francesco Di Silvestre - Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

 
 
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