A 18 mesi dall'incidente stradale la famiglia di Domenico Razzè chiede giustizia

aaa_motoASCOLI 14.1.2012 - La famiglia del 34enne di Folignano chiede che non venga archiviato il procedimento sull'incidente stradale in cui, nel luglio 2010, è deceduto Domenico Razzè

Quel “dannato” 30 luglio Domenico Razzè tornava a casa in sella alla sua moto, dopo una serata con gli amici, quando ha perso la vita a causa di un incidente sul Grande Raccordo Anulare. Oggi ad un anno e mezzo da quella tragedia la famiglia dell’ingegnere di Folignano (che aveva 34 anni all’epoca dell’incidente) chiede giustizia. Secondo le dichiarazioni dei testimoni e la prima ricostruzione effettuata dalla Polstrada di Roma Settebagni l’incidente sarebbe stato provocato da una Bmw che ha superato a destra una C3 che, spostandosi sulla corsia di sorpasso, ha provocato l’impatto con la moto di Razz che sopraggiungeva. La stessa C3 avrebbe poi investito e travolto il corpo dello sfortunato ingegnere di Folignano. Ma la perizia del consulente tecnico nominato dal pm ha ribaltato la dinamica dell’incidente, ignorando completamente la relazione della Polstrada, giungendo all’incredibile conclusione che il povero Domenico Razzè sarebbe caduto da solo con la moto, scagionando del tutto il conducente della macchina. Sulla base di questa perizia il pm ha chiesto l’archiviazione del caso e il prossimo 15 febbraio sarà il gip a decidere se accogliere la richiesta del pm che è fortemente contestata dalla famiglia di Razzè. Che, ad un mese dal cruciale appuntamento, lancia un appello perché venga fatta finalmente giustizia “La perizia del consulente tecnico del pm – afferma Laura Razzè, sorella di Domenico – ha ribaltato totalmente la dinamica dell'accaduto ignorando di netto la relazione della polizia, modificando la trascrizione di una testimonianza e ignorando molte delle prove sulla vettura e sulla moto. Questo significa che tutta la colpa è stata data al solo Domenico (unica parte lesa nell'incidente), che il pm ha chiesto l'archiviazione del caso, nonostante le nostre opposizioni all'archiviazione, e che all'automobilista non è stata fatta una multa nè gli è stata sospesa la patente. Il 15 febbraio il gip deciderà se archiviare o meno il procedimento nei confronti dell'automobilista ma, essendo così convinta la richiesta d'archiviazione da parte del pm, ci sono elevatissime probabilità che il gip sostenga le richieste del pm senza quasi leggere gli atti del processo e quindi le perizie da noi consegnate che smontano totalmente le convinzioni del consulente tecnico nominato dal pm. Noi non sappiamo più cosa fare, ci sentiamo totalmente impotenti. Per questo abbiamo deciso di rendere nota la situazione per ricordare come sono andate realmente le cose, nella speranza che il gip non disponga immediatamente l’archiviazione ma legga il fascicolo e richieda un supplemento di indagini e perizie”- La sorella e i familiari di Domenico Razzè ci tengonoa sottolineare che a muoverli non c’è certo il desiderio di vendetta o la possibilità di chidere un risarcimento danni ma solamente il desiderio di giustizia e la necessità che si faccia chiarezza sulla tragica fine di Domenico

Francesco Di Silvestre - Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

 
 
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