La tassa sulle barche mette in allarme la nautica marchigiana

daniele_volpiniPESARO 7.12.2011 - "Si tratterebbe di un colpo molto pesante per un settore già in difficoltà" accusa il presidente provinciale di Cna Nautica

C’è grande preoccupazione tra le imprese della nautica e gli operatori del porto per le nuove misure annunciate dal Governo Monti. La formalizza Cna Nautica, organizzazione di settore del Sistema Cna cui aderisce una larga parte delle piccole imprese appartenenti alla filiera produttiva e dei servizi della nautica da diporto che, sulle anticipazioni emerse dalla Manovra straordinaria che il Governo si appresta a varare, esprime grandi perplessità ed in particolare circa la reintroduzione della tassa di stazionamento delle imbarcazioni, abolita a suo tempo dalla legge di riforma della nautica.
“Si tratterebbe - dice Daniele Volpini, presidente provinciale di CNA Nautica - di un colpo molto pesante per un settore che ha già visto nel corso degli ultimi tre anni un fortissimo ridimensionamento dei fatturati. Un provvedimento che,  paradossalmente, finirebbe per colpire non tanto la proprietà di beni di lusso e i grandi patrimoni, quanto l’ampia rete dell'indotto dei servizi e delle attività di riparazione manutenzione delle barche, quindi le piccolissime imprese e i propri dipendenti”.
“Il provvedimento, di cui non si conoscono ancora bene le modalità di applicazione - aggiunge il responsabile provinciale di CNA Nautica, Moreno Bordoni - potrebbe finire con l’assestare un colpo mortale alla cantieristica locale visto che, d’ora in poi, molti utenti si sentiranno scoraggiati al momento di decidere se cambiare o acquistare una nuova imbarcazione. Un effetto “psicologico” che farà sentire ogni possibile utente, una sorta di osservato speciale del fisco. E non parliamo di grandi yacht, ma di tante imbarcazioni, a volte anche vetuste,  che sono attraccate anche nei porti di Pesaro (oltre 300) e Fano (280 circa)”.
Si parla genericamente di tassa di stazionamento, ed in particolare di quella che riguarda le imbarcazioni dai 10 metri in sù con cifre ragguardevoli (da 5 a 10 euro al giorno) e dunque da 1.825 e 3.600 euro all’anno. Un salasso non da poco per tanti amatori proprietari di scafi a motore e a vela che magari superano di pochi centimetri quella lunghezza. Non dovrebbero per fortuna essere interessati dal provvedimento tutte le barche al di sotto dei 10 metri di lunghezza, le non immatricolate, ovvero la maggior parte dei 1.200 natanti ancorati lungo il Foglia e al porto di Pesaro.
“Siamo favorevoli a provvedimenti improntati all’equità - concludono Bordoni e Volpini - ma non a misure che rischiano di penalizzare solo i piccoli proprietari e la cantieristica locale senza invece andare a colpire i soliti furbi”.

Silverio Pomili - Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

 
 
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