Disagi e disservizi con la "rivoluzione" della macchina comunale

comune_fermoFERMO 6.12.2011 . I capigruppo dell'opposizione denunciano le inefficenze e i disservizi che produrrà la rivoluzione della macchina amministrativa voluta dalla giunta comunale

In merito alla modifica della struttura organizzativa del Comune di Fermo decisa dall'amministrazione comunale, dai capigruppo i Pdl, Udc e Fermo libera (Mariantonietta di Felice, Giampiero Gallucci e Michele Rastelli) riceviamo e pubblichiamo

"Si deve “far fronte ad un divario sempre crescente tra risorse effettivamente disponibili e bisogni della cittadinanza”. E’ scritto nelle linee programmatiche dell’amministrazione Brambatti presentate recentemente in consiglio comunale. Sappiamo inoltre che il bilancio di previsione 2012 sarà tagliato di almeno 800.000 euro. Urgono misure importanti per non ridurre i servizi. Un’attenta gestione del personale è fondamentale per recuperare risorse ma la giunta di centro sinistra al governo della città non la pensa allo stesso modo e ne faranno le spese solo i Cittadini.

La modifica della struttura organizzativa del Comune di Fermo, infatti, ha un obiettivo solo politico: creare discontinuità con la precedente amministrazione di centro destra, costi quel che costi.

Per questo anziché accorpare il settore lavori pubblici e urbanistica e avere in carico un dirigente in meno, si crea il nuovo settore Sportello politiche comunitarie e agricole (composto da un dirigente e 3 dipendenti), per”..far fronte in modo strutturale all’esigenza di reperire fonti di finanziamento sia per l’ente che per l’utenza qualificata”. Ossia svolgere quello che sta facendo, con una propria struttura organizzata, il COSIF, di cui il Comune di Fermo è socio fondatore.

La rivoluzione della macchina comunale, entrata in vigore lunedì scorso, tra lo sgomento dei dipendenti informati sommariamente, completa un’opera destinata a creare inefficienza e cattivi servizi. Solo un esempio: mescolare tra di loro i tecnici dell’ambiente, dell’urbanistica e dei lavori pubblici azzera la continuità gestionale e la memoria storica, rendendo difficile l’attività dei lavoratori stessi e il rapporto con l’utenza. Inoltre resta scoperta una scrivania, che sarà occupata da una mobilità (così prevede la normativa), non creando nuovi posti di lavoro.

Su questa riorganizzazione politica e non efficace si basa il piano delle assunzioni di personale 2011-2012, che non abbiamo condiviso. Non produce nuovi costi perché compensa le figure in ingresso con i pensionamenti, ma avrebbe permesso di liberare importanti mezzi finanziari solo si fosse lavorato nel rispetto delle risorse e delle relazioni umane come sopra esposto".

 

 

 
 
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