Entro il 2012 in vigore la nuova legge regionale urbanistica

case_in_costruzioneANCONA 2.12.2011 - Uno degli obiettivi della nuova legge è porre un limite al continuo ricorso, da parte dei Comuni, alle varianti al piano regolatore

Entro il 2012 le Marche si doteranno della nuova legge urbanistica regionale. Lo ha assicurato l’assessore al Territorio, Luigi Viventi, nel corso del convegno al Ridotto delle Muse di Ancona, promosso dalla Regione e dall’Istituto nazionale di urbanistica (Inu). “Un impegno ambizioso – non si è nascosto Viventi – ma se la politica vuole stare al passo con i tempi, deve dare risposte e non solo annunciarle”. Sono due legislature, è stato ricordato, che si cerca, inutilmente, per la complessità della materia, di adeguare la normativa in vigore (la 43 del 1992), non più conforme alle esigenze attuali, anche in considerazione dell’evoluzione demografica (crescono le famiglie in rapporto alla popolazione) e dell’eccessivo consumo dei suoli (al netto delle aree protette, secondo uno studio di Legambiente, la fascia costiera marchigiana dispone di solo “cinque varchi” liberi verso il mare, con conseguenze innalzamento del rischio idrogeologico). Il traguardo del 2012 è stato confermato anche dal presidente della 4a Commissione dell’Assemblea legislativa, Enzo Giancarli, che ha inoltre anticipato come, dopo la legge urbanistica, “il 2013 sarà l’anno della revisione del Piano paesistico dell’89, perché occorre recuperare la cultura della manutenzione e del rispetto del territorio. Un paesaggio di qualità rappresenta una ricchezza per le Marche”. Il Convegno di Ancona era dedicato alla riforma del governo del territorio, un tassello della quale è rappresentato dalla recente legge, a iniziativa della Giunta regionale (la 22/2011), sulla Riqualificazione urbana sostenibile e assetto idrogeologico. Il testo anticipa alcuni contenuti (come la perequazione urbana, la compensazione e la premialità) che verranno riprese dalle nuove disposizioni urbanistiche. “Nell’attuale legislatura abbiamo già licenziato due testi a favore del settore edilizio (il Piano casa e la riqualificazione urbana), passando dagli annunci ai fatti concreti, in modo da assecondare la crescita del settore in questa delicata fase di crisi economica. Attraverso la 22/2011 abbiamo privilegiato il rilancio edilizio, la riqualificazione delle aree urbane degradate, gli investimenti sul costruito per non occupare nuove aree. Obiettivi perseguiti privilegiandola semplificazione e la razionalizzazione delle procedure urbanistiche. Entro tre mesi emaneremo il regolamento attuativo per un’equa applicazione della nuova legge”. La Regione Marche, ha concluso Viventi, “deve riappropriarsi della programmazione urbanistica, per scongiurare una frammentazione territoriale che non giova al buon governo del settore”. “Quando a settembre l’Inu ha chiesto alla Regione Marche di organizzare un convegno sulla proposta di legge sulla riqualificazione urbana sostenibile e l’assetto idrogeologico – ha detto il presidente Inu Marche, Claudio Centanni - non pensavamo che i tempi di approvazione potessero essere così rapidi. Invece oggi ci troviamo a discutere un testo di legge che, senza enfasi, può essere considerato veramente innovativo per il governo del territorio della regione. Dal nostro punto di vista il giudizio complessivo sulla legge non può che essere positivo, in quanto introduce alcuni temi che sono da almeno un decennio al centro della proposta culturale dell’Istituto: la perequazione urbanistica, la compensazione, la concertazione con i privati per i processi di trasformazione urbana, la concorsualità delle proposte. A questi si aggiungono i temi ambientali legati alla tutela e alla salvaguardia dell’assetto idrogeologico, e al contenimento del consumo di suolo, che sono le nuove sfide poste dai nostri territorio”. Secondo Centanni, “l’attuale contesto della pianificazione regionale è in evidente affanno, causato principalmente dall’assenza di una effettiva attività di pianificazione, surrogata dal proliferare di varianti parziali con le quali i Comuni tentano di attualizzare, quando non di forzare, le previsioni degli strumenti vigenti ormai dichiaratamente inefficaci.  Dal nostro osservatorio, che raccoglie periodicamente i dati delle Province, risulta chiaramente che nella nostra regione non si fanno più Piani regolatori (Prg), mentre si redigono numerosissime varianti. Basti pensare che nella sola provincia di Ancona, che conta 49 comuni, su 165 procedimenti in atto, solo il 10% è rappresentato da Piani, mentre il restante 90% è rappresentato da Varianti parziali, di dimensioni e impatti estremamente variabili. È quindi indubbio che uno degli obiettivi più significativi della nuova legge è costituito, da una parte, dall’obbligo di riutilizzare il territorio già trasformato, dall’altra dalla limitazione al ricorso a varianti di Prg che non abbiano attuato le proprie previsioni per almeno il 75%”.  L’assessore all’Urbanistica di Ancona, Paolo Pasquini, ha individuato nell’Area vasta (intesa come “raggruppamento di comuni”) la dimensione ottimale per una migliore programmazione della perequazione e della riqualificazione urbanistica. Concetto che il dirigente del servizio Territorio della Regione, Antonio Minetti, ha assicurato essere presente nella legge, dal momento che “le Marche hanno una struttura urbana policentrica che va ripensata, perché molte città ormai costituiscono un unicum urbano”. Minetti ha quindi illustrato le novità introdotte dalla nuova legge regionale sulla riqualificazione urbana: procedure più snelle rispetto alle attuali; l’equiparazione del Poru (Programma operativo per la riqualificazione urbana) al Piano particolareggiato per una rapida attuazione degli interventi, con possibilità di incrementi edificatori; la perequazione urbanistica, con un’equa ripartizione dei diritti edificatori, per facilitare gli investimenti su aree appartenenti a più proprietari; la sicurezza idrogeologica, perseguita attraverso l’invarianza del carico idrico determinato dagli interventi, per garantire la compatibilità idraulica delle riqualificazioni; il diniego a nuove urbanizzazioni nei Comuni che non abbiano esaurito il 75 per cento delle aree edificabili disponibili. Il deputato Pierluigi Mantini (“Tra i massimi esperti di diritto urbanistico”) e il presidente nazionale Inu, Federico Oliva, hanno concluso i lavori, discutendo sulla riforma nazionale del governo del territorio.

Silvio Cazzaniga - Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

 
 
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