Legambiente chiede la chiusura di Piceno Consind

consindASCOLI 26/4/2011 - "Di fronte al pesante indebitamento del Consind è giunto il momento di chiudere un ente che in questi anni ha accumulato una quantità impressionante di debiti"

Legambiente Ascoli Piceno interviene con una sua nota sul dibattito in corso in merito alla sopravvivenza del Consorzio Industriale del Piceno, che ha visto nelle scorse settimane diverse prese di posizione sull’opportunità di mantenere in vita un ente che molti considerano ormai decotto, inutile e appesantito dai debiti. “Di fronte a una situazione di pesante indebitamento del Consind – scrive Legambiente in una sua nota – è giunto il momento di fare ciò che la politica dei partiti non ha mai voluto fare: prendere una decisione drastica, rescindere immediatamente il contratto tra il Consind e la Picena Depur, che costa alla collettività circa 12.000 euro al giorno, e decidere finalmente di chiudere un ente che in questi ultimi anni ha accumulato una quantità impressionante di debiti. Tutte le forze sociali, le associazioni e i comuni dovrebbero unirsi per ottenere questo unico scopo: porre uno stop a un indebitamento che si fa di giorno in giorno sempre più pesante, riconvertire i posti di lavoro dei dipendenti del Consind, ed evitare gli inutili tentativi di riportare in vita un ente ormai in agonia con la nomina di un nuovo Presidente e di un nuovo Direttivo.”

“Siamo stati sempre in prima fila nella denuncia delle malefatte del Consind e dei suoi Presidenti – scrivono i responsabili di Legambiente – in particolare quando il Consind si fece promotore, più di 15 anni fa, del progetto per la realizzazione di una mega-centrale Turbogas alla Cartiera e del progetto della famigerata Piattaforma per lo stoccaggio dei rifiuti tossico-nocivi di Campolungo. Inoltre abbiamo contrastato il Consind quando ha promosso una politica che abbiamo definito di Far West urbanistico, una stato di cose in cui il Consind decideva la destinazione urbanistica di aree importanti del territorio (ad esempio le aree esondabili in alveo) scavalcando i Piani Regolatori dei singoli comuni. In questa situazione i partiti hanno prosperato. Quasi tutti i partiti, a prescindere dagli schieramenti, si sono alleati per attingere a questa colossale mangiatoia, a questa immensa riserva di stipendi, incarichi, prebende, privilegi, che è stato il Piceno Consind. Ci sarà mai qualcuno che pagherà per tutto questo sperpero di denaro pubblico? Temiamo di no, dato che i nostri amministratori, in particolare quelli del Consind, sono sempre stati bravissimi a scaricare le proprie colpe sugli altri. Speriamo che la Giustizia riesca a individuare i responsabili di questo disastro e li costringa a risarcire i danni. Concordiamo infine –con la posizione espressa dal Consigliere Regionale Giulio Natali nel suo Libro Bianco sul Consind, con la sua denuncia del famoso Appaltone per la Depurazione delle Acque, frutto di menti raffinatissime. Bisogna riconoscere che Natali è stato l’unico politico che ha avuto il coraggio di denunciare uno stato di cose su cui tanti, troppi e per troppo tempo, hanno taciuto.”

 
 
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