La regione dei suicidi

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Con 1 suicidio ogni 4 giorni ed una media di 6,2 suicidi ogni 100 mila abitanti, le Marche si collocano al terzo posto in Italia.  E tra le cause del triste primato emergono la crisi economica e la mancanza di lavoro. In aumento anche i suicidi tra i giovani. La situazione nelle cinque province marchigiane.


Per anni le Marche sono state dipinte come una delle regioni italiane dove si vive di più e meglio. Addirittura la rivista americana Arp (35 milioni di abbonati) qualche anno fa la definiva la "nuova Florida", inserendola tra i cinque paradisi terrestri dove vivere. Peccato, però, che ad Arp ed a tanti altri (politici in testa) sia sfuggito un dato che stride terribilmente con l'immagine di "isola felice" che molti si affannano a descrivere. Si tratta del numero dei suicidi. Un numero elevatissimo che da alcuni anni colloca le Marche tra le regioni più nefaste d'Italia.

 

 E, secondo i dati dell'Istituto superiore della sanità,  negli ultimi 12 mesi la situazione è addirittura peggiorata, visto che le Marche sono al terzo posto tra tutte le regioni italiane per media suicidi ogni 100 mila abitanti. Solo nei primi 8 mesi del 2015, infatti, sono stati ben 70 i marchigiani che si sono tolti la vita. In pratica un suicidio ogni 4 giorni, un dato agghiacciante ma che addirittura poteva essere di gran lunga peggiore visto che, sempre nello stesso periodo sono stati poco più  meno di 100  i tentativi di suicidi nelle Marche che fortunatamente non sono andati a buon fine. I numeri, però, restano inequivocabili ed evidenziano come siamo di fronte ad una vera e propria tragedia sociale che fa capire quanto profondo sia lo stato di malessere che pervade gli italiani e i marchigiani. Solo nell'ultimo anno nel belpaese si sono verificati quasi 4.500 suicidi, con una media di quasi 5 suicidi ogni 100 mila abitanti.

 Una media che, nella nostra Nuova Florida, si impenna a 6,2 suicidi ogni 100 mila abitanti: la media più alta dopo Umbria e Sardegna. Ugualmente agghiacciante è il numero dei tentati suicidi, ben 107, con una media di 6,4 tentati suicidi ogni 100 mila abitanti, di gran lunga superiore alla media nazionale (5,4). Alla provincia di Ancona spetta il triste primato di suicidi con ben 31 casi, seguita dalla provincia di Macerata con 20 casi, da quella di Ascoli con 18, da quella di Pesaro con 16 e da quella di Fermo con 12. E la conferma che questo triste trend continua si è avuta in questi primi giorni del nuovo anno, con ben 6 suicidi in meno di 2 mesi, compreso quello di una ballerina 23 enne jesina che ha suscitato grande scalpore.

 Ma perché un numero sempre più elevato di marchigiani decide di togliersi la vita?  Le ragioni sono svariate e non sempre comprensibili. Quello che, però, è certo è che negli ultimi mesi sono vorticosamente cresciuti i suicidi provocati dalla situazione di crisi che stanno vivendo l'Italia e le Marche. Nell’ultimo anno in Italia i suicidi per crisi sono cresciuti addirittura del 45%, con un numero crescente di imprenditori disperati o di persone ridotte sul lastrico che non hanno retto la difficile situazione e hanno deciso di farla finita. Le drammatiche cronache di questi giorni narrano, in proposito, di diverse storie che fanno riflettere. Come quella di un 34enne del Fermano che, dopo l’ennesimo colloquio di lavoro andato male, ha deciso di farla finita in maniera tragica. O come quella di una donna 40enne del Pesarese che, da mesi in difficoltà economica, ha deciso di farla finita buttandosi dalla finestra del suo appartamento.

 Ma non meno scalpore hanno destato  casi analoghi che, però, hanno riguardato piccoli imprenditori che, sopraffatti dalle difficoltà nel portare avanti la propria attività, hanno preso la tragica decisione. Come nel caso di una cinquantenne dell’Ascolano che, con la propria azienda in crisi da mesi, si è impiccata nella sua abitazione. Certo va detto che anche in queste circostanze è sempre il caso di procedere con molta cautela nell’attribuire solo all’aspetto economico o alle difficoltà nel lavoro la causa del suicidio perchè spesso simili situazioni si sommano ad equilibri già precari.

 Conseguenze delle crisi a parte, tra le cause più frequenti dei suicidi sono da annoverare l'abbandono da parte del partner con il conseguente allontanamento dalla propria famiglia. Come nel caso di un 50enne del Maceratese che, in crisi per la separazione dalla moglie, ha deciso di togliersi la vita impiccandosi ad un albero, lasciando anche un biglietto per spiegare il suo disperato gesto. Altri motivi scatenanti  sono la solitudine e la difficoltà nei rapporti con gli altri, le delusioni amorose.  In particolare le delusioni amorose sono la prima causa di suicidio tra i ragazzi marchigiani tra 20 e 30 anni. Come nel caso di un giovane 30enne dell’Anconetano che non ha retto alla fine del rapporto amoroso con la sua fidanzata e si è tolto la vita impiccandosi nella sua abitazione, lasciando un biglietto “struggente” alla sua ex compagna.

 Spesso, poi, a rendere  più insopportabile il dolore per l'abbandono c'è anche il distacco dalla propria famiglia, dai propri figli. Un dolore che lacera e che pian piano spinge all'estremo gesto. Spesso, poi, si suicida chi almeno apparentemente ha una situazione tranquilla dal punto di vista economico, affettivo e familiare. Un dato che potrebbe spiegare il boom dei suicidi nelle Marche è la vertiginosa crescita delle persone colpite dalla depressione conseguente a tristi e tragici eventi ma anche a fattori diversi ed imponderabili: oltre 5 milioni in Italia e circa 150 mila nelle Marche. Tra i quali, per altro, tantissimi ragazzi tra i 20 e i 30 anni. I dati, per giunta, rappresentano solo la punta di un iceberg di difficile quantificazione, visto che una larghissima fetta di persone colpite da depressione non vuole o si vergogna di ammetterlo e, quindi non si cura. E proprio in questi casi è molto elevato il rischio che la depressione degeneri fino ad indurre al suicidio. Per questo è opportuno non sottovalutare determinati segnali che lasciano intendere la crescita di uno stato di frustrazione e di ansia che può poi sfociare in depressione, con tutte le drammatiche conseguenze del caso.

 

 

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