SAN BENEDETTO 7/10/2010 - Secondo il presidente del comitato di indirizzo la volontà, da parte del Comune di Martinsicuro, di prolungare il pennello del porto costituisce un ulteriore pericolo per la costa nella zona della Sentina
Il presidente del comitato di indirizzo della Riserva naturale della Sentina, Pietro D'Angelo, ha inviato una lettera all'assessorato all'ambiente della Regione Marche e all'Autorità di Bacino Interregionale del fiume Tronto per sollecitarli ad intervenire per far fornte al problema dell'erosione lungo la costa nella zona della riserva naturale. Questo il contenuto della lettera
"Facendo seguito al precedente fascicolo inviato in data 12/08/2009 prot. n. 134 e a seguito della riunione del 12/03/2010 tenuta presso l’Autorità Interregionale di Bacino del Fiume Tronto (riunione del Comitato Istituzionale); Considerato che il Comune di San Benedetto del Tronto e il Comitato di Indirizzo della Riserva Naturale Regionale Sentina hanno commissionato all’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e
- negli ultimi 50 anni la linea di costa è penetrata di circa
- dal 1999 al 2008 si è registrata una perdita media annua di un volume di sabbia pari a
Preso atto che dagli studi sopra citati e dai rilievi batimetrici effettuati dall’Università degli Studi di Camerino, si evince che le cause di tale grave fenomeno sono essenzialmente: il mancato apporto di inerti da parte del fiume Tronto, la presenza di barriere lungo il litorale sanbenedettese e soprattutto la presenza del pennello del porto di Martinsicuro;
Vista la volontà, espressa dall’Amministrazione di Martinsicuro (Regione Abruzzo) di prolungare di ulteriori
Visto il drammatico peggioramento dell’azione erosiva, documentato dal materiale fotografico che allego alla presente;
Considerato il notevole sforzo che si sta compiendo in questi anni riguardo la valorizzazione ambientale e turistica dell’area protetta, con l’arrivo di numerosi finanziamenti per il ripristino degli ambienti umidi e per il restauro conservativo della “Torre sul Porto”, l’inizio di attività di coltivazione biologica della liquirizia, la rinaturazione del fosso collettore, senza contare le crescenti attività di educazione ambientale;
SI SOLLECITANO le autorità in indirizzo ad affrontare con urgenza la grave problematica al fine di scongiurare la perdita di casolari storici e numerosi ettari di area protetta.
Nella speranza che questo appello non rimanga lettera morta, colgo l’occasione per salutarvi cordialmente".