Le pagelle dei fiumi marchigiani: promossi e bocciati

fiume_trontoANCONA 4/10/2010 - Presentata la relazione annuale sullo stato di salute dei fiumi marchigiani effettuata dall'Arpa Marche

“La qualità media dei nostri corsi d’acqua misurata come Stato di qualità ambientale dei corsi d’acqua evidenzia una situazione generale in lento miglioramento.

Le stazioni di monitoraggio che non hanno raggiunto l’obiettivo intermedio di qualità sono 10 stazioni situate sulla costa. L’obiettivo al 2015 prevede che tutte le stazioni debbano raggiungere un “buono” stato ambientale, o mantenere uno stato elevato. Sono 28 le stazioni che dovranno migliorare il loro stato, passando da sufficiente a buono.

Stante questa situazione si evince che 38 stazioni non hanno ancora raggiunto l’obiettivo previsto per il 2015”.

Questo è quanto emerge dalla “Relazione annuale acque superficiali 2009” di Arpa Marche, presentata alla presenza dell’Assessore regionale ai Beni ambientali e Risorse idriche Sandro Donati.

 La normativa chiede alle Regioni di attribuire ad ogni tratto dei corpi idrici superficiali, ritenuti significativi, lo stato di qualità ambientale corrispondente ad una delle cinque classi di qualità, riassumibili in: “elevato, buono, sufficiente, scadente, pessimo”, e che entro il 31 dicembre 2008 ogni tratto deve rientrare almeno nella classe “sufficiente”, ed entro il 31 dicembre 2015 deve raggiungere o mantenere lo stato ambientale “buono” e mantenere, ove già esistente, lo stato di qualità ambientale “elevato”.

 l dati si evincono dalla rete dei monitoraggi effettuati dall’Arpam sulle acque superficiali interne, che comprende 61 stazioni di campionamento posizionate sui principali corsi d'acqua e 3 stazioni collocate sui laghi più rilevanti: quello di Gerosa, del Fiastrone e di Castreccioni.

 La conferenza stampa è stata un’utile occasione per la presentazione del dossier ”FiumInforma Marche 2010”, la campagna per la qualità delle acque interne di Legambiente Marche, in cui è riportata la classifica dello stato ambientale dei 28 corsi d'acqua presi in esame dall'ARPAM: quelli con il risultato migliore (classe buono: 2,0) sono il Burano, Candigliano, Fiastrone, Fluvione, Marecchia, Sentino e Tennacola. Entra nelle prime posizioni il Marecchia, mentre escono Fiastra e Nera; conferma il suo triste primato tenuto in solitaria per risultato peggiore (classe pessimo: 5,0) il Tavollo.

 I rapporti presentati durante la conferenza stampa riportano anche l’idoneità dei fiumi alla vita dei pesci e sono 13 i tratti che risultano non idonei: Aso (Pedaso), Aspio (Numana); Conca (Sassofeltrio), Ete Vivo (Fermo), Foglia (Pesaro), Misa (Senigallia), Musone (Osimo), Musone (Numana), Nevola (Ripe), Tavollo (Gabicce Mare), Tenna (Fermo), Tenna (Porto Sant'Elpidio), Tesino (Grottammare).

 I dati delle analisi rilevano un progressivo degrado in corrispondenza delle foci. Le cause vanno individuate nell’impatto antropico che comporta, nei periodi di magra, il superamento della capacità autodepurativa dei corsi d’acqua.

 Sebbene la situazione sia in lento miglioramento, i dati tracciano una condizione non a breve termine per il raggiungimento degli obiettivi di qualità previsti dalla direttiva europea al 2015, I prossimi 5 anni vedranno perciò intensificata l’attività e gli investimenti, promossi dalla Regione Marche, per l’avvicinamento agli obiettivi che l’Europa prevede.

 

            L'esperienza indica che la depurazione classica da sola non basta per garantire l’integrità ecologica dei nostri corsi d’acqua ed è necessario continuare ad eliminare gli scarichi puntiformi che ancora insistono sui corsi d'acqua. Questa azione va integrata con una politica di gestione che preveda un’iniziativa estesa di riqualificazione, il ripristino della vegetazione perifluviale, lo sviluppo di zone umide, una maggiore diversità morfologica in alveo che permette anche il miglioramento della capacità auto depurativa, una gestione sostenibile delle derivazioni.

 

            La riqualificazione dei corsi d’acqua e dei loro bacini serve all’ambiente ma è anche la soluzione necessaria per conseguire importanti obiettivi socio-economici, tra cui il minor rischio idraulico, la maggiore disponibilità idrica e la migliore qualità dell’acqua.

 
 
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