I dipendenti pubblici condannati dalla Corte dei Conti delle Marche Stampa

euro-mazzettaVigili urbani, agenti della Guardia di Finanza, dirigenti di Comuni, ospedali, Aci, motorizzazione civile condannati per ricatti, falsi rimborsi spese, stipendi maggiorati, finti viaggi di lavoro, truffe: le condanne della Corte dei Conti delle Marche

Se per quanto riguarda l'esistenza di un sistema classificabile come "tangentopoli", la suprema Corte marchigiana ripete che c'è "la percezione della sua esistenza" ma non ci sono elementi rilevanti, nel complesso emergono una serie di illegalità diffuse dalle quasi mille istruttorie avviate dalla Corte stessa solo nel 2009. Istruttorie che riguardano soprattutto le pubbliche amministrazioni (695 dei casi) dove alcuni dipendenti cercano di approfittare della propria posizione di potere per ricavare indebiti e illegittimi vantaggi per sé e per i propri familiari.
Diverse, secondo la Corte dei conti, le modalità seguite per procurarsi gi indebiti vantaggi: illegale aumenti dell'indennità di carica, presentazione di falsi rimborsi spese, viaggi di piacere fatti passare per viaggi di lavoro (per ottenere i rimborsi), piccole truffe, minacce. Basti pensare che solo negli ultimi 12 mesi sono state 14 le citazioni a giudizio, per un presunto danno complessivo di quasi 2 milioni di euro.
Ricordando che le sentenze della Corte dei Conti possono poi essere riformate e modificate dal Consiglio di Stato, di seguito vediamo i procedimenti più significativi dell'ultimo anno.
Falsi rimborsi spese (Comune di Piandimeleto). La Procura della Corte dei Conti nel luglio 2009 ha citato il responsabile del servizio finanziario e i due revisori dei conti del Comune pesarese per presunta sottrazione alle casse comunali, nel periodo che va dagli anni 2001 al 2006, di oltre 60 mila euro a titolo di falsi rimborsi spese. Il responsabile comunale è stato condannato alla restituzione al Comune di 50.195,81 euro oltre al pagamento di 15 mila euro per il risarcimento del danno procurato alla stessa amministrazione comunale. Invece i due revisori dei conti sono stati condannati a pagare rispettivamente 8 mila e 4 mila euro
Spese per viaggi e trasferte (Aci Macerata). Il presidente (nel periodo dal 1998 al 2006), il direttore e il capo servizio dell'Ufficio ragioneria dell'Automobil club italiano (Aci) di Macerata sono stati condannati a pagare alla stessa organizzazione, a titolo di risarcimento per danno patrimoniale, rispettivamente 48 mila euro e 6 mila euro a testa (per direttore e responsabile ragioneria). Secondo la Corte i danni sarebbero stati arrecati a causa di numerose spese, imputabili ai tre imputati, non riconducibili all'attività istituzionale dellall'Aci di Macerata. Si tratta, in particolare, di spese sostenute per viaggi e trasferte di lavoro, per la gestione del parco automezzi, per riconoscimenti di competenze in favore di incaricati esterni, per la società partecipata Acimc Services s.r.l., per interessi su anticipazioni bancarie straordinarie.
Concussione (Guardia di Finanza Osimo). Due militari della Guardia di Finanza sono stati condannati al pagamento rispettivamente di 6 mila e 2 mila euro per il risarcimento del danno procurato alla stessa Guardia di Finanza. Secondo la Corte dei conti i due, in qualità di pubblici ufficiali, avrebbero indotto il gestore di una rivendita di autovetture a consegnare loro 4 mila euro al fine di garantire l'impunità da eventuali contestazioni di carattere fiscale e penale della società, riuscendo, poi,  a "pilotare" alcuni "accertamenti incrociati", da parte del reparto della Guardia di Finanza di Porto Recanati, anziché dall'allora Nucleo provinciale di polizia tributaria di Macerata, competente per territorio. In sede penale i due imputati hanno patteggiato una pena di 2 anni per il reato di concussione
False revisioni (Motorizzazione civile Macerata). Un impiegato presso la Motorizzazione civile di Macerata (oggi Dipartimento Trasporti Terrestri del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti) è stato condannato a pagare 28 mila euro per il risarcimento del danno procurato all'ente. Secondo la Corte dei conti l'impiegato avrebbe indebitamente percepito somme di denaro a seguito della falsa attestazione di aver eseguito la revisione di numerosi autoveicoli nonché il positivo collaudo di mezzi pesanti, questi ultimi acquistati all'estero.  Le indagini hanno permesso di rilevare che l'uomo avrebbe consentito la revisione di automezzi, di fatto risultanti altrove, mediante false attestazioni di revisione, divenendo, in tal modo, il referente di alcune agenzie di pratiche automobilistiche, dietro corresponsione di denaro
Stipendio indebitamente maggiorato (Comune Falconara).  L'ex direttore generale, l'ex sindaco e gli ex assessori del Comune di Falconara sono stati condannati a pagare rispettivamente 12.800 euro (direttore), 4 mila euro (sindaco) e 600 euro ciascuno (assessori) perchè, secondo la Corte dei conti, avrebbero procurato un danno all'erario comunale per l'illegittima maggiorazione dell'indennità annua di direzione generale pagata al direttore stesso
Concussione e truffa (Asur 3 Fano). Un dipendente del dipartimento prevenzione e sicurezza dei luoghi di lavoro dell'Asur 3 di Fano e ufficiale di polizia giudiziaria è stato condannato al pagamento di 59.650 euro per il risarcimento del danno che, secondo la Corte avrebbe procurato all'ente. L'uomo, nel corso di ispezioni presso varie ditte, avrebbe omesso di elevare contravvenzioni per violazioni della normativa antinfortunistica, indirizzando i responsabili delle ditte controllate, al fine di sanare le infrazioni, alle società a lui legate, tra cui la ditta della figlia e quella del fidanzato della figlia. Dal punto di vista penale il dipendente è stato rinviato a giudizio per  i reati di concussione, truffa, abuso d'ufficio, omissione di atti di ufficio, falso ideologico
Tangenti (Comune di Campofilone). Un vigile urbano è stato condannato al pagamento di 18 mila euro per il risarcimento del danno procurato al Comune di Campofilone. Dalle indagini penali sarebbe emerso che il vigile avrebbe prospettato ad un artigiano una serie di difficoltà burocratiche per installare un'insegna commerciale, facendogli capire che le cose sarebbero state più facili con il versamento di una tangente che poi sarebbe stata versata ed incassata dal vigile. Inoltre, il vigile avrebbe minacciato un altro esercente, direttore di un punto di ristoro autostradale, di far chiudere i servizi igienici, per costringerlo ad assumere a tempo indeterminato la propria moglie. In questo caso secondo la Corte avrebbe pronunciato le seguenti parole: "Ricordati che basta una cicca di sigaretta per terra per fare una contravvenzione; se le contravvenzioni diventano tante la direzione amministrativa si accorgerà che la gestione è inefficiente e prenderà provvedimenti a carico del direttore…i sindaci vanno e vengono, io sono sempre qua". In sede penale il vigile era stato condannato in primo grado dal Tribunale di Fermo a 3 anni e 2 mesi di reclusione e al risarcimento del danno all'immagine per 10 mila euro, per concussione continuata e abuso di ufficio. In appello è stato condannato ad 1 anno e 10 mesi per i reati di millantato credito e tentata concussione (S.P.)

 

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